Coppa Davis, il montepremi per chi vince

Via alla corsa all’insalatiera, il prize money non è quello degli slam ma vincere fa guadagnare giocatori e federazioni: ecco i premi

di MANUEL MINGUZZI
22 novembre 2023
La squadra azzurra vincente nel 1976

La squadra azzurra vincente nel 1976

Malaga, 22 novembre 2023 – Parte a Malaga l’edizione 2023 delle Finals di Coppa Davis. Si tratta della regina delle competizioni a squadre, con il suo fascino antico, l’orgoglio di vestire i colori della propria nazione, il concetto di collettivo all’interno di uno sport individuale. Gloria e onore spesso sono i parametri con cui si è misurata l’importanza della Davis più che con il montepremi, sicuramente inferiore rispetto ai grandi tornei mondiali. Ma anche l’ITF sta cercando di migliorare i premi della competizione e nell’ottobre 2022 ha stretto una collaborazione con ATP e Kosmos Tennis per creare una governance che possa evolvere la competizione anche dal punto di vista economico.

I premi della Davis

Il calendario della Davis sarà infatti inserito in quello Atp per le gare di qualificazione e per le Finals e questo porterà anche ad un miglioramento del montepremi. Per questa edizione 2023 si dovrebbe salire a 15 milioni di dollari totali. “Lo scopo è sempre quello di creare migliori esperienze per tifosi e giocatori - le parole del presidente Atp Andrea Gaudenzi al momento dell’accordo - Vogliamo offrire competizioni avvincenti che si possano adattare al calendario annuale”. Soddisfatto era anche il presidente ITF David Haggerty: “La collaborazione tra ATP, ITF e Kosmos rafforzerà la Davis e il suo ruolo unico nel tennis professionistico”. E per rendere tutto migliore si è cercato anche di alzare il montepremi totale. Nessuna delle nazioni che ha partecipato alla fase a gironi, e che poi è stata eliminata, rimarrà a secco. Dai dati 2022 uscire nella fase di qualificazione significa un premio di circa 400mila dollari per i giocatori della squadra e di 200mila dollari per le rispettive federazioni. Man mano che si va avanti i premi aumentano. Chi è arrivato ai quarti di finale, quindi anche l’Italia che giovedì affronterà l’Olanda, andrà a guadagnare 940.000 dollari per i tennisti in squadra e 442.000 dollari per la federazione. In semifinale, invece, il premio sale per i giocatori a 1.2 milioni di dollari e per la federazione a 552.000 dollari. Poi la finale. La squadra perdente si assicurerà 1.3 milioni di dollari da spartire per i giocatori e 623.000 dollari alla federazione, mentre i vincitori si spartiranno 1.8 milioni di dollari e la rispettiva federazione incasserà 910.000 dollari. Montepremi significativo, ma da dividere tra compagni di squadra e ancora basso rispetto ai grandi tornei mondiali. Se in Coppa Davis il montepremi è di circa 15 milioni di dollari nei tornei dello slam si sale a circa 40 milioni di dollari. Per esempio, agli Us Open il vincitore del torneo guadagna da solo 3 milioni di dollari mentre il finalista perdente incassa 1.5 milioni. Agli Australian Open sono 2 milioni di dollari al vincitore e 1 al finalista, al Roland Garros 2.3 milioni di dollari al vincitore e oltre un milione al finalista mentre a Wimbledon chi alza il trofeo incassa anche 2.7 milioni di dollari e al finalista vanno 1.3 milioni di dollari.

Gli altri tornei

Discorso simile per le recenti Atp Finals in cui Novak Djokovic, da vincitore ma senza essere imbattuto, ha incassato oltre 3 milioni di dollari con Jannik Sinner che ha incassato oltre 2 milioni di dollari e se l'altoatesino avesse vinto la finale, quindi senza perdere in tutto il torneo, avrebbe quasi raddoppiato il suo prize money. Cifre inferiori invece nei tornei Masters 1000. A Roma per esempio il vincitore incassa 900mila euro con il perdente che si ferma a 500 mila e cifre simili sono quelle di Montecarlo con 836.000 euro al vincitore e 456.000 euro al perdente. Si scende ulteriormente nei tornei 500. Per fare un paragone, vincere una partita alle Finals fa incassare circa 350.000 euro e al tempo stesso vincere il torneo di Vienna, Atp 500 conquistato recentemente da Sinner, fa incassare circa 400.000 euro. In sintesi, una partita alle Finals vale come tutto il torneo di Vienna. Nei tornei denominati 250 si scende ancora. In quei casi il montepremi totale si attesta attorno ai 5-600mila euro, all’interno di un recinto fissato dalle istituzioni tennistiche che impongono montepremi compresi tra i 35mila e 150mila dollari nei tornei Challenger, tra i 400mila e il milione di dollari nei 250, tra i 755mila e il milione e mezzo nei tornei 500, fino a un range da 2.5 milioni a 3.5 milioni nei tornei 1000. Per rendere bene l’idea, prendendo il torneo di Astana 250, il prize money a salire era questo: 10mila euro al primo turno, 16mila euro al secondo turno, 28mila euro ai quarti di finale, 49 mila euro in semifinale, 84mila euro per il finalista perdente e 145mila euro al vincitore. In sintesi, uscire al primo turno di un torneo dello slam garantisce circa il doppio del premio rispetto alla conquista di una semifinale di un torneo 250. Per questo motivo, per dare sostegno economico ai tennisti più indietro in classifica che fanno di questo sport un lavoro, l’ATP ha pensato ad un fondo di garanzia che permetta a chi è oltre la centesima posizione in classifica di ottenere un guadagno minimo annuale indipendentemente dai risultati. Infatti, il circuito è pieno di tennisti che giocano tra Challenger e tornei 250 che guadagnano cifre utili sostanzialmente al pagamento delle spese tra allenatori, viaggi e staff vari. Chi grazie alla classifica può partecipare ai tornei 1000 e agli slam guadagna infinitamente di più anche uscendo al primo turno.

La Coppa Davis, in questo contesto, si pone a metà, ovvero una competizione di squadra, quindi con premi di squadra da ripartire tra giocatori e federazione, con l'intento di far crescere sempre di più il prize money ma senza raggiungere i livelli slam. Ma oltre a tutto questo c’è il blasone da recuperare di una coppa che una volta era vista come un quinto slam e che ora sta cercando di riformarsi e ringiovanirsi, forse snaturandosi. Tuttavia, i campioni in gara non mancano, proprio come Novak Djokovic e Jannik Sinner, perché la difesa dei colori nazionale va molto spesso oltre i premi guadagnati. Giovedì Italia-Olanda con vista sulla Serbia del numero uno del mondo.

Per iscriverti al canale WhatsApp di Qn clicca qui

Continua a leggere tutte le notizie di sport su