Il regista Veronesi su Sinner: “Un ragazzo perbene, è il Ricky di Happy Days”

Tennista per diletto e appassionato tifoso: “Jannik l’eroe in cui identificarsi. Ha in sé il ‘demone’ della calma. Dinoccolato come un enorme Pinocchio, ora ci porta tutti sulle spalle"

di GIOVANNI BOGANI
26 gennaio 2024

Roma, 27 gennaio 2024 – “Sinner è come Gustavo Thoeni: prima gli italiani hanno storto il naso, faticavano ad accettarlo come ‘uno di loro’. Poi, da quando ha cominciato a vincere a ripetizione, lo hanno accettato subito". 

Chi è Sinner per lei?

"È la vendetta di tutti i ‘pel di carota’ vessati nelle scuole dai bulli. È la rivincita di quelli mingherlini e pieni di efelidi, timidi e impacciati con le ragazze. È la leggenda che parte dal sottozero, e arriva a conquistare le vette del mondo". Giovanni Veronesi è il regista di ’Manuale d’amore’, lo sceneggiatore dei film di Francesco Nuti e di molti film di Pieraccioni. Il 14 febbraio uscirà il suo nuovo film, ’Romeo è Giulietta’, con quella "è" a scompigliare le carte, a generare disorientamento e curiosità. Ma Veronesi è anche un grande appassionato di tennis. Gli piace giocare – insieme alla sua compagna, Valeria Solarino – e gli piace guardarlo. Ed è un grande fan di Jannik Sinner.

Quali sono le caratteristiche di Sinner che saltano all’occhio di un regista, come lei?

"È dinoccolato, è come un enorme Pinocchio. Ha le giunture che sembrano tenute insieme da delle viti, si muove in modo disarticolato. Però, miracolosamente, arriva dappertutto".

Jannik Sinner vince la semifinale agli Australian Open (Ansa)
Jannik Sinner vince la semifinale agli Australian Open (Ansa)

E se fosse un attore? Chi sarebbe?

"Se dovessi fargli fare un ruolo, rifarei ‘Happy Days’. E lui sarebbe ovviamente Ricky Cunningham!".

Come Ricky Cunningham, Sinner sembra un ragazzo perbene, educato.

"Si intravede in lui il ragazzo riservato del nord. Se lo vedevi a 12 anni, avevi di fronte un ragazzino mingherlino, gracile. Il tennis gli ha dato la forza, i muscoli. Ma ancora ogni tanto intravedi quel ragazzino lì. Anche se adesso è lui che si porta tutti noi sulle sue spalle, che ci ha dato la possibilità di tifare di nuovo, di svegliarci di notte e guardare incontri mitici come quello di oggi (ieri, ndr )".

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Diventa un eroe nel quale identificarsi.

"Sì: per tutti noi pippe dei circoletti, ci ha dato di nuovo un eroe in cui identificarci. Io che da ragazzo quando sciavo pensavo di essere Alberto Tomba, quando guidavo pensavo di essere Schumacher, a tennis non avevo più nessun eroe di riferimento. Sinner ci ha restituito un eroe, un punto di riferimento".

Qual è la sua grande qualità? "Sai, il tennis è uno sport nel quale devi essere molto forte di testa. Reggere per oltre due ore uno stress psicologico enorme. Ti insegna a essere calmo nei momenti di grande tensione. E Sinner ha questa grande capacità. Ha dentro di sé questo demone della calma, che io non ho mai avuto, per esempio. Io sbraiterei contro tutto e tutti, dal pubblico all’arbitro. Lui si mantiene concentrato".

Sinner è molto richiesto nelle campagne pubblicitarie. È un rischio, per lui?

"Adesso fare la pubblicità non è più così demonizzato come un tempo. Prima, per un attore sembrava quasi una vergogna, fare la pubblicità. Adesso, certifica in qualche modo il successo".

Lei, Veronesi, ha mai giocato contro qualche campione?

"Io sono un giocatore da circolino. Ma Adriano Panatta è mio amico, e ci ho giocato a tennis insieme tante volte. Ho giocato in doppio, io e Nanni Moretti contro Panatta e Margherita Buy".

Com’è andata?

"Abbiamo perso 6-4, 6-4. Mentre la Buy ci riaccompagnava a casa c’era un silenzio imbarazzante. E alla fine lei ha detto: ‘oh ragazzi, ora non è che perché s’è vinto noi, non mi prendete più nei vostri film, eh? Secondo me ha rischiato grosso".

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