Rohan Bopanna, numero 1 al mondo a 43 anni. Chi è il tennista indiano che ha vinto il doppio agli Australian Open
Il fisico e gli infortuni alle ginocchia non sono dalla sua, ma in coppia con Matthew Ebden ha battuto in finale gli azzurri Bolelli e Vavassori
Melbourne, 27 gennaio 2024 – Sotto i suoi colpi (e quelli del compagno di doppio Matthew Ebden) sono caduti gli azzurri Simone Bolelli e Andrea Vavassori, che hanno visto così sfumare il sogno di vincere il torneo di doppio degli Australian Open. Ma il trionfo sui campi di Melbourne è valso a Rohan Bopanna anche il titolo (e il record) di tennista più anziano incoronato numero uno del mondo. Con i suoi 43 anni (ne compirà 44 il prossimo 4 marzo), la pancetta e la barba già imbiancata, il giocatore indiano è anche il prefetto testimonial di quanti, superati gli anta, si ostinano a presentarsi in campo nonostante il fisico non sia più quello di una volta.
Specialista di doppio (questo Australian Open è stato il suo 61° Slam giocato, mentre in singolare il suo best ranking si è fermato alla 213 posizione), sei anni fa ha vinto il misto al Roland Garros con Gabriella Dabrowski. Nel 2010 invece era arrivato alla sfida per il titolo maschile allo US Open insieme al pakistano Aisam-ul-Haq Qureshi: i due, soprannominati "Indo-Pak Express" e portatori di un messaggio di pace fra due nazioni in costante conflitto per il controllo della regione del Kashmir, persero in finale contro i gemelli Bob e Mike Bryan ma furono insigniti del titolo "Campioni di pace" da "Peaceand Sport", organizzazione sotto il patronato del principe Alberto di Monaco.
L'età e gli infortuni alle ginocchia gli hanno ridotto a zero le cartilageni. E lui per rimettersi in sesto si è affidato alla fisioterapista Rebecca e, sul modello Djokovic, ai bagni di ghiaccio, anche se c'è stato un momento in cui ha pensato al ritiro. Poi il Covid e lo stop forzato gli hanno fatto scoprire lo yoga (lyengar yoga per l'esattezza) al quale ha unito lunghe camminate, con sessioni da 90 minuti per quattro volte alla settimana che, ha spiegato, hanno miracolato le sue ginocchia, insieme a parecchio stretching.
Oggi Bopanna non scatta più sulle palle corte (nel torneo australiano quello di correre è stato soprattutto il compito di Ebden), ma compensa (lo ha dimostrato anche oggi nella finale) con la strategia, il tocco, il gioco al volo. E ovviamente con la grande forza di volontà, che fa passare in secondo piano anche l'assenza di 'physique du rôle' a cui ormai lo sport ci ha abituato.
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