Sinner può vincere le Atp Finals: ecco perché

Aspettando la sfida di stasera a Bercy contro McDonald, le prospettive verso Torino non cambiano. Un successo di Jannik non sarebbe una sorpresa, e in caso di sconfitta non sarebbe una delusione: dipende tutto dal modo

di UBALDO SCANAGATTA
1 novembre 2023
Jannik Sinner

Jannik Sinner

Non sarei sorpreso se Jannik Sinner trionfasse alle finali ATP. Il che non significa che io pensi che le vinca. Ma può vincerle, questo sì. E se non ci riuscisse non è che io sarei deluso, così come non sto affermando che sono convinto che le vincerà. Ma al tempo stesso non lo escludo affatto. Che vinca o perda dipenderà dal come. Ma lui resterà comunque un ragazzo di 22 anni con ampi margini di progresso e margini che sono sicuro che, almeno in buona parte, saprà colmare negli anni a venire. Prima di addentrarmi in questo argomento vorrei fare una precisazione riguardo al mio precedente articolo con le mie dieci risposte di spiegazione sul “perché Sinner è diventato così forte e potrebbe presentarsi a Torino come l’AntiDjokovic”.

I titoli sono sempre un po’… “caricati” e una vecchia scuola di giornalismo sosteneva che non si dovessero mai fare i titoli con i punti interrogativi. Che invece talvolta servirebbero a prendere un minimo le distanze da teorie e analisi che legittimamente esprimono anche dubbi e ipotesi quando ci si deve avventurare in previsioni che – lo dice la parola stessa – riguardano eventi ancora non accaduti. Nel caso specifico addirittura un finale di stagione al quale prendono parte tutti i migliori tennisti del mondo. Alle finali ATP gli otto migliori dell’anno in corso.

Quando ho prefigurato l’ipotesi di un avversario particolarmente temibile per Djokovic - quando è chiaro che ce n’è più d’uno, sia Alcaraz sia Medvedev, per accennare ai più titolati, lo hanno già battuto – e ho “battezzato” Sinner come l’AntiDjokovic non ho certo messo a confronto le carriere imparagonabili dei due, 24 Slam a 0, anni e anni al vertice, sul trono ATP nei confronti di un ragazzo che è appena salito al n.4 del mondo, ma ho pensato che in questo finale di stagione a Torino e anche a Malaga per molti degli appassionati Jannik potrebbe impersonare il personaggio più atteso e colui che potrebbe finalmente anche battere Djokovic senza destare quella straordinaria sorpresa che avrebebe suscitato se ciò fosse accaduto già in passato, a Wimbledon in due occasioni, quando quel Sinner non aveva certo la maturità tecnica e mentale del Sinner di questi ultimi tempi, quando ha saputo vincere 3 degli ultimi 6 tornei giocati al cospetto di quasi tutti i migliori tennisti del mondo. Può essere l’antiDjokovic, come no, a fine 2023. E soltanto per quanto riguarda – ad oggi – il 2023. Poi, dal 2024 in poi si faranno i conti con i progressi per me scontati di Sinner e con i problemi anagrafici – anch’essi inevitabili, è la natura – di Djokovic avviato verso i 37 anni. Non mi sono permesso alcun raffronto fra due carriere. Sono stato più chiaro adesso?

Esaurita la lunga spiegazione passo a scrivere adesso perché penso che Jannik potrebbe vincere anche le ATP Finals, pur consapevole dell’estrema difficoltà nel centrare tale impresa.

Intanto, poiché sarà quasi certamente n.4 (a meno che Rublev vinca il Masters 1000 di Parigi Bercy e Jannik perda al primo turno a Parigi...dove non mi aspetto faccia miracoli; Bercy è un torneo troppo a ridosso delle finals, per questo si sono sempre registrate grosse sorprese, lo hanno vinto gente come Sock e Khachanov, quest'anno sono già schizzati fuori al primo turno sia Medvedev sia Alcaraz che hanno ben altri obiettivi... ).

Questo significa che per qualificarsi per le semifinali, da primo o secondo nel suo girone, dovrà affrontare uno solo dei top 3 del ranking ATP.

Inoltre, è chiaro che al momento Jannik parte sfavorito solo contro Novak Djokovic, l’unico dei primi tre che non ha mai battuto. Molto probabilmente, chi vorrà vincere la terza edizione delle Nitto ATP Finals torinesi dovrà fare i conti con il 24 volte campione Slam e detentore del titolo. Ma siamo sicuri che Jannik non possa avere chances contro di lui?

Di certo vanno considerati i precedenti tra i due. Djokovic conduce 3-0 ma tutti e tre gli incontri sono andati in scena su superfici diverse dal cemento indoor, e cioè il terreno su cui Sinner si trova – secondo molti e probabilmente lui stesso - più a suo agio. Il primo andò in scena sulla terra battuta di Montecarlo nel 2021 (Nole vinse con il ragazzino ancora teenager 6-4 6-2). Il secondo e il terzo sono stati giocati sull’erba di Wimbledon, torneo che per il campionissimo serbo è quasi il giardino di casa, avendolo vinto soltanto sette volte. In uno di questi, nel 2022, Jannik riuscì a vincere i primi due set, subendo però un’ineluttabile rimonta. Quest’anno, nel 2023, la storia si è ripetuta ma Djokovic ha vinto in tre set, seppur piuttosto combattuti. In particolare il terzo nel quale Sinner conquistò anche setpoint. E nessuno può sapere cosa sarebbe potuto accadere se fossero stati trasformati.

In ogni caso, da Wimbledon a oggi Jannik ha cambiato marcia, ottenendo tre titoli su sei tornei giocati e mostrando progressi tecnico-tattici, mentali e fisici. Il sorteggio delle ATP Finals di giovedì 9 novembre ci dirà se Sinner sarà costretto a incontrare Djokovic già nel girone; in tal caso, va considerato lo scenario secondo il quale potrebbe anche ritrovarselo in finale, e va tenuto presente che il Djokovic che gioca una finale è sempre più forte del Djokovic che si incontra in un primo o secondo turno di un round robin. Al tempo stesso sono tantissime le volte in cui l’esito del secondo incontro ha smentito quanto era accaduto nel primo.

Per quanto riguarda gli altri sei giocatori che saranno presenti a Torino, con l’ovvia precisazione che si parla sempre di tennisti formidabili, difficilissimi da battere, non è esagerato dire che il Sinner attuale partirebbe con i favori del pronostico contro ciascuno di loro.

Con Alcaraz c’è una rivalità appassionante che tuttavia al momento vede Sinner in vantaggio nel conto dei precedenti (4-3), con l’ultima sfida vinta piuttosto nettamente dal nostro giocatore a Pechino (7-6 6-1). Lo spagnolo ha poi accusato una flessione di rendimento nella seconda parte dell’anno: da quando si è laureato campione di Wimbledon ha vinto 16 partite perdendone 6, non ha portato a casa titoli, si è fermato per un leggero infortunio e al ritorno in campo a Parigi è stato eliminato al primo turno dal russo Safiullin.

Eliminazione prematura sotto la Tour Eiffel anche per il russo Daniil Medvedev, ko contro il bulgaro Grigor Dimitrov: ormai per Sinner Medvedev è una ex bestia nera, avendo Jannik vinto contro di lui le finali di Pechino e Vienna. Non sto dicendo che varrebbe la regola del due senza tre, in ogni duello Medvedev farà il massimo per vendere cara la pelle, però da qui a considerarlo superfavorito come era fino a qualche partita fa ce ne corre. L’altoatesino partirebbe favorito anche contro Rublev, che lo ha battuto due volte ma solo per suoi ritiri. Di contro nel derby fra Pel di Carota Jannik ha battuto Andrey in 4 duelli.

Qualche dubbio in più potrebbe esserci in caso di uno scontro con Stefanos Tsitsipas: i precedenti sono 5-2 a favore del greco, ma Jannik lo ha battuto l’ultima volta a Rotterdam nel mese di febbraio e da lì in poi l’ateniese, al contrario di Sinner, ha patito una notevole involuzione di rendimento e di fiducia. Ecco, forse, l’ostacolo che eviterei se io avessi la possibilità di “manovrare” il sorteggio si chiama Sascha Zverev, il tedesco che ha trionfato a Torino nel 2021. L’ultimo incrocio, allo US Open, si è conclusa con un’amara sconfitta per Jannik. E una probabile spiegazione tecnica c’è: Zverev soffre meno di altri il colpo migliore di Jannik, il rovescio. Sulla diagonale dei rovesci anche Zverev, così come Djokovic e Medvedev - ma diversamente da Alcaraz, Tsitsipas, Rublev – se la gioca alla pari con Sinner. Ma è anche vero che la consapevolezza che il Sinner delle ultime settimane sembra aver acquisito potrebbe consentirgli di prendere una gustosa rivincita. A scanso di equivoci, visto quanto accaduto con l’AntiDjokovic non sto dicendo che a Torino Sinner farà polpette di tutti. Ci saranno chissà quanti duelli superequilibrati decisi da un punto o due, chissà quanti tie-break, ma il fatto che anche in quest’ultima “specialità” Jannik ne abbia vinti tre su tre con Medvedev (campione delle ATP Finals di Londra 2020) e l’ultimo giocato con Alcaraz mi induce anche in quei casi ad essere moderatamente ottimista. O preferite… possibilista?

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