Capitan Antonutti si è ritirato: "Pistoia sarà sempre nel cuore"

Il cigno di Colleredo ricorda i suoi anni d’oro in Toscana: "Il basket biancorosso funziona se c’è unione"

di Redazione Sport
27 settembre 2024
Il cigno di Colleredo ricorda i suoi anni d’oro in Toscana: "Il basket biancorosso funziona se c’è unione"

Il cigno di Colleredo ricorda i suoi anni d’oro in Toscana: "Il basket biancorosso funziona se c’è unione"

Michele Antonutti ha detto addio al basket giocato. Dopo un lunga carriera ricca di soddisfazioni il "Cigno di Colloredo" ha sentito che era arrivato il momento di dire basta e lo ha fatto per il profondo rispetto che ha sempre avuto nei confronti della pallacanestro. Udine lo ha omaggiato con il ritiro della maglia numero 9, ma anche a Pistoia – da capitano – ha fatto grandissime cose. "Ho giocato con tanti campioni – dice Antonutti – e tutti mi hanno sempre detto che è meglio smettere un anno prima che un anno dopo. Ho capito che avevo dato tutto e per rispetto verso la pallacanestro ho deciso che fosse arrivato il momento di dire addio. Quando ti accorgi che vuoi dare qualcosa al basket ma che non ci arrivi con le gambe e con la testa è il momento di lasciare". Antonutti oltre ad essere stato un grande giocatore, un talento di tecnica, astuzia e intelligenza tattica, è stato una persona amata da tutti, sia dai tifosi delle squadre in cui ha giocato e sia dagli avversari. Sono questi i ricordi che più si porta dentro, più dei trofei e delle vittorie. "Ho unito tre generazioni di tifosi – prosegue Antonutti – e questo è qualcosa che mi ha toccato nel profondo. Vedere oggi i bambini che iniziano a giocare a basket a Udine con le loro canottiere lunghe che arrivano sotto i pantoloncini che mi dicono che vogliono diventare come me, essere un simbolo per la loro città è qualcosa che va al di là delle tante soddisfazioni che ho avuto sul campo. Persone da tutta Italia mi hanno chiamato e mi hanno ricordato un mio gesto, un coro che mi hanno dedicato, una foto e, devo dire, che soprattutto da Pistoia ho ricevuto un grande affetto".

Già, la sua Pistoia. "Un posto che mi accolto come giocatore e come uomo e che provoca forti emozioni. Ho chiuso il mio post di addio al basket scrivendo ’Sempre e per sempre dalla tua parte mi troverai’ perché ogni posto in cui sono stato mi porta alla mente un ricordo. Se penso a Pistoia penso a Roberto Maltinti che sono sicuro mi avrebbe chiamato dopo il mio ritiro, penso alla Baraonda Biancorossa ed a quella sciarpa regalata il primo giorno segno di fiducia e rispetto reciproco, a Vinicio Vignali che più che un fisioterapista era un nonno sempre pronto a darmi consigli". Un rapporto, quello con Pistoia, che non si è mai sciolto perché Antonutti ha sempre continuato a seguire le sorti della squadra e da queste parti è sempre il benvenuto. "Pistoia ha un amore grandissimo per la pallacanestro – ammette Antonutti – e come tutte le grandi passioni c’è sempre la paura di poterle perdere. I cambiamenti, come ci sono stati a Pistoia, possono spaventare ma l’importante è che chiunque arrivi capisca bene dov’è e tenga bene in mente lo striscione che campeggia nel palazzetto ’A Pistoia non puoi vincere al massimo puoi segnare più di noi’. Se qualcuno lo dimentica o pensa ad una gestione formale a Pistoia non potrà mai riuscire perché vorrebbe perdere l’unione che è il fascino di questa città e dei suoi tifosi".

Maurizio Innocenti

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