Aradori, papà e bomber. "L’arrivo di Axel, una gioia. Punto ai playoff con la Effe. Il futuro? Vorrei restare...»

L’analisi di Pietro "Dopo il brutto infortunio, ora mi sento meglio di 5-6 anni fa. Cagnardi sfortunato, con Caja il gruppo ha finalmente imboccato la strada giusta. Dobbiamo solo continuare così: per la promozione vogliamo esserci anche noi".

di FILIPPO MAZZONI
9 gennaio 2025
L’analisi di Pietro "Dopo il brutto infortunio, ora mi sento meglio di 5-6 anni fa. Cagnardi sfortunato, con Caja il gruppo ha finalmente imboccato la strada giusta. Dobbiamo solo continuare così: per la promozione vogliamo esserci anche noi".

L’analisi di Pietro "Dopo il brutto infortunio, ora mi sento meglio di 5-6 anni fa. Cagnardi sfortunato, con Caja il gruppo ha finalmente imboccato la strada giusta. Dobbiamo solo continuare così: per la promozione vogliamo esserci anche noi".

Dall’infortunio di giugno al ritorno in campo, dalla paternità a una nuova consapevolezza: gli ultimi mesi del 2024 hanno regalato emozioni forti a Pietro Aradori. Da mvp italiano delle passata A2 all’infortunio nella finale con Trapani. Quando c’è bisogno lui risponde presente, ma non solo: l’ala nativa di Lograto è diventato da meno di due mesi padre di Axel, cosa che ha cambiato radicalmente le sue prospettive.

Aradori com’è la paternità? "Una gioia immensa, che auguro a tutti di provare. E’ bellissimo e ogni giorno diverso dal precedente, cerco di godermi Axel e la famiglia ogni giorno".

Tante emozioni per lei. "Vero, ma ho sentito l’affetto e la fiducia della società, di tanti amici e tifosi. Mi sono affidato a medici e fisioterapisti lavorando sodo e continuando a farlo anche adesso".

Come si sente? "Benissimo. Forse anche meglio di 5-6 anni fa".

Cosa ricorda dell’infortunio a Trapani? "Beh, è stato un brutto momento, ho sentito un colpo. Come se qualcuno mi avesse calciato alle spalle. Ero preoccupato, ma mi sono detto di andare avanti".

Avanti come sta andando, dopo un avvio non facile, la Fortitudo. "Stiamo andando bene, siamo reduci da una bella vittoria con una squadra tosta come Udine. Siamo in emergenza senza Gabriel, ma siamo sulla strada giusta, anche se il campionato è difficile, particolare".

Ci spieghi. "Non ci sono risultati scontati, tutte le sfide sono combattute. Pensiamo a noi. Abbiamo vinto sei delle ultime otto gare. Ma siamo ancora a metà classifica, se vogliamo risalire dobbiamo infilare un filotto di successi".

Campionato lunghissimo. "Il calendario è uguale per tutti, ci sono tanti turni infrasettimanali, sembra quasi di fare le coppe. Sarà una stagione massacrante".

Da Cagnardi a Caja, come è cambiata la Effe? "Cagnardi è partito vincendo subito la Supercoppa. E non era scontato. Poi sette trasferte nelle prime undici gare si sono fatte sentire. Credo che Devis abbia pagato anche molta sfortuna tra calendari e infortuni".

E Caja? "Beh, Attilio è stato avvantaggiato dal fatto di conoscere quasi tutto l’organico. Ha riportato sue idee e le sue regole. Da parte della squadra impegno e serietà non sono mai mancati. A volte il non riuscire a dare il massimo ti porta a perdere".

Non è stato un inizio facile. "Io ero reduce da infortunio e ho lavorato individualmente, mordendo il freno per la voglia di riprendere. I turni infrasettimanali hanno obbligato la squadra a fare pochi allenamenti. C’era giusto il tempo per recuperare energie, preparare 2-3 cose e via con la partita successiva. Ora meno turni infrasettimanali, più allenamenti e questo ha portato evidenti benefici".

La squadra migliora, come lei. "Dovevo continuare a lavorare. Sono reduce da un infortunio del tendine di Achille. Al di là dei punti, sono contento di come sto andando e del supporto che sto dando alla squadra".

Percentuali sulla sua condizione. "Non mi piace dare percentuali. Faccio un esempio con Cantù una volta in Eurocup ho fatto 28 punti con 8 triple, ma non stavo bene. Altre volte ho prodotto meno e mi sentivo benissimo. Le statistiche individuali sono fini a se stesse, conta il gioco della squadra e l’apporto che posso dare ai miei compagni".

Con l’assenza di Gabriel si sente più responsabilizzato? "Premetto che preferisco giocare con tutti e più gente forte c’è, più facile diventa. Per tutti. Credo che tutti dobbiamo dare qualcosa in più come abbiamo fatto con Udine dove ognuno ha messo il proprio mattoncino".

Al giro di boa siete a 10 punti di distanza dalla capolista Rimini e a 8 dalla coppia Cantù-Udine. Che obiettivi vi ponete? "L’obiettivo deve essere prepararsi per arrivare nelle migliori condizioni possibili ai playoff. A tutti piacerebbe salire direttamente, ma non è questo il momento di pensarci. Concentriamoci partita per partita abbiamo tutto il ritorno per cercare di risalire. Con un pubblico come il nostro nulla è impossibile".

Quale sarà il suo futuro? Il contratto scade a giugno. "E’ presto per pensarci. Non nascondo che sarebbe un piacere continuare qui, ma facciamo un passo alla volta. Anni fa feci una scelta e questo è il mio sesto anno in Fortitudo, ma ribadisco non ci penso, mancano tanti mesi e adesso voglio solo giocare".

Come procede l’attività di imprenditore nel campo della moda? "Doggy Streetwear sta andando bene. Sono sempre stato appassionato della cultura di strada. Nell’ultimo anno e mezzo c’è stata questa possibilità e onestamente sono soddisfatto per l’impatto che abbiamo avuto".

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