Fortitudo, avanti tutta. A Udine con 150 tifosi

Basket serie A2 La squadra sembra avere ritrovato serenità e certezze . Domenica è in programma una sfida importante sul parquet della capolista.

di GIACOMO GELATI
28 marzo 2025
Il playmaker Alessandro Panni di Thiene, classe 1991, al tiro contro il Real Sebastiani Rieti (Ciamillo)

Il playmaker Alessandro Panni di Thiene, classe 1991, al tiro contro il Real Sebastiani Rieti (Ciamillo)

Ritocchi conclusivi prima della partenza verso Udine (domenica alle 18 l’attesa sfida sulle doghe del PalaCarnera) e in casa della Fortitudo di coach Attilio Caja il cielo sembra essere tornato limpido, come probabilmente non è mai accaduto in questa stagione. E le ragioni sono molteplici. In primo luogo la forma della squadra e il suo consolidamento nell’ultimo mese (come riferimento temporale la trasferta a Cento del 26 febbraio, con l’infortunio alla mano occorso a Luca Vencato), che ha portato il tecnico pavese a fare una cernita degli uomini che affronteranno la corsa playoff, ancora non si sa in quale posizione. Più che di uomini, sempre per dirla alla Caja, si dovrebbe parlare di ‘soldati sempre pronti a tutto’, con una forma mentis auto-esigente e votata alla maturità, evitando quell’approssimazione che il coach aveva denunciato in passato. E che alla fine ha fatto maturare alcuni frutti. Basti infatti guardare il quarto posto in classifica in coabitazione con Cantù (terza) e Forlì (quinta), a dimostrazione di un trend tutto sommato positivo, e basti guardare la condotta di alcuni giocatori, su tutti Alessandro Panni, capaci di metamorfosi e adattamenti importanti e assolutamente funzionali alle contingenze biancoblù: quelle di una squadra decimata dagli infortuni e bisognosa di qualcosa in più da parte di tutti. In secondo luogo la serenità è data proprio dalla capacità che ha avuto la squadra di rimettersi sui binari dopo un inizio di stagione allarmante. Capacità che si legge macroscopicamente dal punto di vista della graduatoria e microscopicamente dal punto di vista dei guizzi difensivi di molti secondi tempi che, come nell’ultima contro Nardò, hanno permesso alla Effe di chiudere la pratica: una sorta di zona Cesarini ribattezzata zona Fortitudo.

Il terzo e ultimo aspetto riguarda il contesto. La Fortitudo può contare su un pubblico numeroso, caldo e onnipresente (domenica saranno oltre 150 i tifosi al seguito), su una struttura societaria che quest’anno è sempre riuscita a mettere la pezza nei momenti di difficoltà degli infortuni e certamente non è poco. Bologna è più che mai artefice del proprio destino: che è forse lo stimolo maggiore da qui al 27 aprile, ultima giornata di regular season. Poi si vedrà.

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