Il disappunto del tecnico: "Con questo spirito si va poco lontano. Speravo fossimo più avanti». Ma coach Caja bacchetta il gruppo: "Non mi è piaciuta la mentalità»

Settimo posto, classifica gremita di contendenti ai piani alti (7 squadre in 4 punti) e la sensazione che ogni piccolo...

di GIACOMO GELATI
20 gennaio 2025

Settimo posto, classifica gremita di contendenti ai piani alti (7 squadre in 4 punti) e la sensazione che ogni piccolo passo della Fortitudo, stia concretizzando un cammino che sembrava utopia fino a poco fa. Ma c’è un grande ‘ma’, che dalle parole di coach Attilio Caja palesa una mancanza di mentalità e concretezza che fa la differenza fra chi punta realmente in alto e chi si accontenta.

Quando la vittoria, come quella contro Piacenza, risulta così macchinosa, allora non è oro tutto ciò che luccica: anche dopo 4 vittorie consecutive che hanno in poco tempo dato una nuova prospettiva alla stagione della Effe.

"Sapete – spiega il tecnico – che faccio sempre i complimenti alla squadra nel dopopartita, ma oggi non mi sento per niente soddisfatto, così non va bene. Con questa mentalità facciamo fatica a fare una stagione di alto livello: con tutto il rispetto per Piacenza, senza giocatori e in difficoltà, è stata una gara senza mentalità".

Un passo indietro per i biancoblù, che domenica saranno di scena a Verona per cercare di sbrogliare la matassa ai vertici della graduatoria di A2. "Diciamo che dopo due mesi di lavoro pensavo fossimo più avanti. Il nostro è stato un atteggiamento superficiale, che è figlio del lavoro che si vede a partire dalla sessione di tiro del mattino. Senza un salto di qualità si fa fatica ad andare avanti".

Un successo appena sufficiente e contro un avversario in grande difficoltà.

"I modesti dicono che abbiamo vinto, ma con questa mentalità potevamo vincere solo con una squadra in difficoltà come Piacenza. Mi dispiace tanto, ma devo dire le cose come stanno, 14 palle perse e 18 assist non sono statistiche usuali per noi: per non parlare del fatto di non usare i falli. È allucinante".

L’esordio brevissimo del nuovo innesto Donte Thomas. "Aveva un mezzo allenamento sulle gambe ed è colpa mia che l’ho portato in panchina. Non poteva giocare di più di così, ma eravamo senza Menalo e ho fatto questa valutazione".

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