Myers, Djordjevic e Basile fino ad Aradori. Fortitudo-Vuelle, una sfida che vale la serie A

Domenica al PalaDozza una grande classica italiana: quattro scudetti e tanti campioni nel passato, la lotta promozione nel presente

di GIACOMO GELATI
13 febbraio 2025
Domenica al PalaDozza una grande classica italiana: quattro scudetti e tanti campioni nel passato, la lotta promozione nel presente

Domenica al PalaDozza una grande classica italiana: quattro scudetti e tanti campioni nel passato, la lotta promozione nel presente

A conti fatti fra Fortitudo e Pesaro è un po’ come guardarsi allo specchio, nonostante i 150 chilometri che separano le città. Dove la storica rivalità sportiva è solo un particolare, indubbiamente rilevante e pregno di epica, di tutta la faccenda. Entrambe affondano le proprie radici nella prima metà del secolo scorso (1932 la Effe; 1946 la Vuelle, anche se la storiografia accredita simbolicamente il 1938), entrambe si sono cucite due scudetti sulla divisa, entrambe possono vantare un cinquantennale sesto uomo in campo (Fossa dei Leoni da una parte, Inferno Biancorosso dall’altra), entrambe hanno vissuto e superato il fallimento societario ed entrambe hanno annoverato gli stessi giocatori (per citarne alcuni Aleksandar Djordjevic, Carlton Myers, Dan Gay, Daniele Cavaliero, Valerio Amoroso, Rok Stipcevic, ma anche Andrea Pecile e Matteo Imbrò nel periodo dello scisma Eagles-Biancoblù) e naturalmente gli stessi allenatori (Alberto Bucci, Stefano Pillastrini, Sergio Scariolo, Valerio Bianchini, Petar Skansi, Matteo Boniciolli, Jasmin Repesa, ‘Meo’ Sacchetti, Luca Dalmonte, Attilio Caja e, sempre durante la frattura societaria, Zare Markovski).

Ma soprattutto a rendere similare l’immagine riflessa sullo specchio è il fatto che i club stanno cercando di riprendersi il posto nella massima serie, come dimostra il cammino comune che attualmente vede Bologna settima e Pesaro decima, in un ginepraio da 10 squadre compresse in 8 punti: la Effe (16-10 il record stagionale) viaggia a +2 sulla Vuelle (15-11), ma con lo scontro diretto a sfavore (+21 a favore dei biancorossi nella gara di andata del 29 dicembre).

Ironia della sorte, entrambe hanno cambiato guida tecnica in corso d’opera, con Caja e Spiro Leka subentrati a Devis Cagnardi e ‘Pino’ Sacripanti. Sogni di serie A, dicevamo. La Fortitudo manca dalla stagione 2021/2022, quella condizionata del caos di inizio anno con le discusse dimissioni di coach Repesa (seguite più in là da quelle del presidente Christian Pavani), dal ritorno di coach Martino, passato dall’essere l’eroe della promozione in serie A al tecnico della nuova retrocessione in cadetteria. Tuttavia il percorso di restaurazione societaria della passata stagione, culminata sportivamente con la serie finale persa contro Trapani, ha riportato linfa e motivazioni tra le fila biancoblù: che, supportate dalle recenti dichiarazioni di coach Caja e del presidente Stefano Tedeschi, stanno tracciando il sentiero verso l’alto.

Sulla sponda pesarese, al di là della metamorfosi societaria della scorsa estate, i pensieri non sono troppo lontani da quelli della Effe, dove in qualche modo si vuol fare da contrappeso alla retrocessione della passata stagione per provare a centrare se non altro la griglia playoff.

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