La sconfitta di Cremona: Vuelle rischia i playoff tra delusione e disorientamento

La sconfitta contro Cremona ha lasciato il segno sulla Vuelle, mettendo a rischio i playoff e causando disorientamento tra i tifosi.

di ELISABETTA FERRI
9 aprile 2025
Il presidente Andrea Valli contestato domenica al PalaRadi dopo la partita

Il presidente Andrea Valli contestato domenica al PalaRadi dopo la partita

Ci sono sconfitte che, per come maturano, incidono sul morale più di altre. Quella di Cremona ha sicuramente lasciato una traccia profonda nell’ambiente, che sembra non credere più ai sogni che si erano riaccesi durante l’inverno e che la primavera ha bruciato come teneri fiori dopo una gelata inattesa. La tifoseria biancorossa che domenica scorsa, a caldo, aveva manifestato la propria delusione sfogando la rabbia contro i dirigenti presenti al PalaRadi, in questi giorni sta riempiendo i social di pensieri e parole che raccontano di un certo disorientamento: i seguaci della Vuelle sembrano non crederci più e non li ha certo aiutati a risollevarsi il silenzio della società, rimasta muta dopo la sconfitta in casa della Juvi oltre che inerte sul mercato, arrivato ormai alla vigilia della chiusura, fissata per l’11 aprile. Un ko molto grave quello di Cremona, che potrebbe vanificare le ultime speranze di playoff diretti e spedire la squadra nelle forche caudine dei play-in, col rischio di finire la stagione molto in anticipo.

Se il campionato finisse oggi la Vuelle, nona, salterebbe il primo turno, il che significa già dimezzare i rischi di giocare due spareggi, restando in attesa della vincente che uscirà dallo scontro fra la decima (che oggi è Torino) e la tredicesima (posizione occupata da Brindisi). In questo caso Pesaro avrebbe il vantaggio del fattore campo che però, in una partita secca, ha sempre un valore relativo. Le statistiche di squadra continuano ad evidenziare una formazione dalla doppia faccia: con non troppi problemi a trovare la via del canestro, seconda come punti segnati con 82.1 di media, alle spalle di Udine (che ne segna 83 di media) e davanti a Rimini (81.9) che ha persino superato. Ma i dolori vengono nell’altra metà campo, dove Imbrò e compagni non hanno mai trovato il volto arcigno che servirebbe in certe partite: quelle dove anche tenere l’uno contro uno di un avversario o fare un tagliafuori vigoroso per catturare un rimbalzo può determinare l’esito della sfida. La media punti subìta in difesa è di 80.2: peggio fanno solo le squadre in lotta per la salvezza come Cremona (82.9), Piacenza (82.7), Nardò (81.2) e Vigevano (80.9).

Tanto talento offensivo, ma senza la volontà di soffrire in fase difensiva. E così, invece di migliorare col passare dei mesi dopo aver dato la sensazione di poterlo fare, la squadra ha fatto come i gamberi: due passi indietro. Quanto di questo atteggiamento molle dipenda dall’assenza di un arcigno difensore come Parrillo, che trascinava dando l’esempio, o dallo scarso spirito di sacrificio da parte degli altri, o dalla mancanza di fisicità, è difficile dirlo. Ma di certo anche lo staff ha visto diminuire la ‘presa’ che aveva su questo gruppo nel momento migliore della stagione.

Elisabetta Ferri

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