Recalcati è già nel futuro. "Italia, Virtus e Fortitudo. Guardiamo avanti con fiducia e ottimismo»
"Gli azzurri ancora una volta non saranno i favoriti. Ma possono sorprenderci. I bianconeri Belinelli, Hackett, Pajola e Polonara sono ragazzi di qualità. Mi spiace che sia finita così tra l’Aquila e Caja: ora bisogna ripartire".

"Italia, Virtus e Fortitudo. Guardiamo avanti con fiducia e ottimismo"
Charly Recalcati, l’itinerante. Da Folgaria, a salutare i ‘suoi’ azzurri al camp di Luca Vitali. L’ex ct della Nazionale e primo allenatore a regalare uno scudetto alla Fortitudo ha cominciato l’estate di corsa.
"Ma non troppo", se la ride Charly. Dopo l’intervento all’anca destra – "devo ancora terminare la riabilitazione" – è già in attesa per la sinistra. Ma il basket e i canestri restano il suo pane.
Recalcati, partiamo dalla Nazionale?
"Facciamolo. Ma la situazione non è cambiata".
In che senso?
"Spirito di squadra elevatissimo, qualità media diffusa. Ma ancora una volta non saremo i favoriti".
Già, incombe il Preolimpico.
"Lituania favorita, poi attenzione a Portorico che gioca in casa. Pensate poi a Justin Reyes: è stato dominante in A2. Non fa parte dei dodici".
Lei, torniamo ai Giochi di Atene 2004, sa come battere la Lituania.
"Sì, ma lo sa bene anche l’attuale ct. Gianmarco Pozzecco faceva parte di quella Nazionale che vinse l’argento ad Atene. Valessero i corsi e ricorsi storici saremmo a posto".
E invece?
"Ce la giochiamo. La Lituania non avrà Jonas Valanciunas, che credo ci avrebbe dato molto fastidio. Ma anche noi siamo senza Simone Fontecchio. Come valore assoluto la Lituania è superiore. Ma lo era anche la Serbia che, tre anni fa, superammo proprio a Belgrado".
Ieri ha detto che il basket ha perso una persona buona, che più buona non si può.
"Sì. Sto pensando ad Abele Ferrarini. L’ho avuto in Fortitudo, l’ho ritrovato in nazionale. Aveva una bontà infinita. Basile lo aveva praticamente adottato. Ma penso anche al Poz e a Soragna. Tutti lo avrebbero voluto".
Un’occhiata alla Virtus.
"Due gli aspetti da valutare".
Quali?
"La composizione della squadra, prima di tutto. Poi davo per scontato che Banchi proseguisse il suo percorso. Ho letto tante cose che, magari, portano in altre direzioni".
Difficile da capire il futuro della Virtus?
"Non sono un indovino. Bisognerà vedere la composizione del roster".
Due di quei ragazzi li conosce bene: Belinelli e Hackett.
"Fortissimi. Ma avranno anche un anno in più".
Pajola e Polonara?
"La qualità degli italiani non si discute. E nel nostro campionato valgono tanto".
Abass?
"L’ho visto, ma non ci siamo parlati. So che sta sfogliando la margherita. A Bologna sicuramente è stato bene. Credo possa incidere. A proposito di sguardi…".
Dica.
"Mi è bastato vedere Melli per capire che avrebbe preso altre strade".
E Gallinari?
"Secondo me cercherà di restare nella Nba. Ormai è il suo mondo. E poi…".
Poi?
"Conosce la realtà statunitense. E’ intelligente, là è apprezzato da tutti. Non escludo che possa fare il giemme negli States. Come è accaduto a Karnisovas".
La Fortitudo?
"Mi spiace per come è finita tra il club e Caja".
Che idea si è fatto?
"Non posso e non voglio giudicare perché non conosco le dinamiche interne. Attilio aveva lavorato bene. La Fortitudo, adesso, dovrà ricominciare con un altro tecnico".
Fantinelli c’è.
"Mi è sempre piaciuto sin dai tempi di Treviso".
Poi Aradori.
"Stesso discorso per Beli e Hackett. Pietro è forte, ma anche lui avrà un anno in più. Il talento non si discute".
Quando era ct – lei che ha sempre visto lontano – si era ipotizzato anche un futuro da presidente federale.
"Non fa per me".
E adesso?
"Aspetto l’intervento all’altra anca. Giro per camp, guida Giovanna, mia moglie. Poi vedremo".
Charly, il grande saggio della pallacanestro italiana. L’ultimo ct a portare un bronzo agli Europei di Svezia 2003 e lo storico argento ai Giochi del 2004. Ascoltarlo è fondamentale: perché Recalcati sa sempre cosa fare.
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