Sacchetti ha provato la via degli americani. La Vuelle perde la partita e anche gli italiani

La rivoluzione non funziona. In piena teoria del caos non solo la squadra, ma anche i dirigenti che sono stati fortemente contestati

30 gennaio 2024
Sacchetti ha provato la via degli americani. La Vuelle perde la partita e anche gli italiani

Sacchetti ha provato la via degli americani. La Vuelle perde la partita e anche gli italiani

Siamo in piena teoria del caos. Siamo "all’oddio ora che facciamo" come ha detto qualche dirigente della Vuelle. Siamo alla gente che si alza dai posti in tribuna per raggiungere il primo responsabile societario che capita per contestare quello che il campo riflette sulle tribune. Siamo con un piede in serie A2 perché questo è lo stato dell’arte dopo la sconfitta in casa contro Brindisi, ultima in classifica. Sacchetti che non ha fatto nemmeno in tempo a chiedere dove si mangia del buon pesce, è già finito in graticola. Nessuna rivoluzione, nessun cambio di marcia nonostante l’arrivo di McDuffie. Sconfitta netta quella di domenica e non c’è spazio nè per i ma e nemmeno per i però.

Cambiare tutto per non cambiare niente sembra il risultato finale. Si è passati da una trazione completamente basata sugli italiani, ad un’altra che invece punta sugli americani. Visconti sta in campo 8 minuti, Mazzola idem. Maretto passa da 20 a due minuti. Totè, l’eroe dei due mondi fino a due settimane fa, ha 16 minuti di impiego, Tambone 15. Mockevicius con un finale di gara dove si è giocato senza il pivot, addirittura non entra nemmeno in campo. In compenso Bamforth gioca 31 minuti, Bluiett 33, Ford 32, McDuffie 30. Una rivoluzione quella di Sacchetti, ma i risultati gli danno torto.

Sta succendo dentro la Carpegna Prosciutto quella che viene definita la deresponsabilizzazione: bastava guardare l’atteggiamento di giocatori di un certo impatto come Tambone, oppure Mazzola, fino ad arrivare a Visconti. Totè è un caso a parte perché si avvolge e si perde anche dentro i suoi scatti umorali.

L’unico italiano che in campo più o meno con un minutaggio di un americano è Andrea Cinciarini che non fa canestro, ma è anche tante altre cose. L’unico che dentro la teoria del caos ricorda che è un pesarese, che qui è nato non solo anagraficamente, ma anche cestisticamente. L’unico che urla e chiama alla riscossa mentre la squadra affonda ma non trova spalle anche perché nessuno fa canestro anche sotto la minaccia di una pistola.

Cosa si inventerà la dirigenza biancorossa è difficile da immaginare anche perché il disastro messo in piedi nel corso dell’estate costruendo questa formazione è di difficile soluzione. Nell’anno del risparmio a tutti i costi si sta camminando verso la bancarotta perché si sono già cambiate diverse pedine: è saltato Buscaglia per Sacchetti. E’ andato via McCallum, il play, per prendere Cinciarini, quindi è stata la volta dell’ingaggio di McDuffie. Il tutto tralasciando su quello scherzo di carnevale che è stato l’ingaggio del pivot tedesco il quale è stato sostituito da Mockevicius e cioè un signore che domenica non è nemmeno sceso in campo. E il tutto non è a costo zero. Anzi. Contrariamente alle narrazioni da bar, nessuno se ne va senza pretendere il dovuto.

Il pubblico protesta? Aspetta giocatori e dirigenti fuori dal palazzo? Mentre la gente va via dal palas a partita in corso i tifosi cantano "Vergognatevi, vergognatevi", è irrispettoso? Assolutamente no. Entrati in piena zona miracoli. E questo come miracolo è difficilissimo: siamo... a Lazzaro alzati e cammina. E’ accaduto una sola volta anche se si spera nel bis.

m.g.

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