Crisi Rabbia e dubbi per una Virtus sfiduciata

La sconfitta di Trieste non solo ha cancellato il sogno del primo posto, ma ha acuito i problemi di un gruppo senza mordente

di ALESSANDRO GALLO
24 marzo 2025
La sconfitta di Trieste non solo ha cancellato il sogno del primo posto, ma ha acuito i problemi di un gruppo senza mordente

La sconfitta di Trieste non solo ha cancellato il sogno del primo posto, ma ha acuito i problemi di un gruppo senza mordente

La rabbia dei tifosi, che si sfogano sui social, i dubbi degli sponsor. E una squadra, la Virtus, in caduta libera. Il giorno dopo il ko di Trieste, la Virtus si guarda attorno e scopre che, accanto a lei, le rivali corrono.

Corrono tutte e la Virtus, che cercava il primo posto nella regular season per garantirsi il vantaggio del fattore campo, rischia di ritrovarsi addirittura quarta, se non quinta. Tutto da rifare e tutto da capire: anche perché lunedì prossimo è prevista la ricapitalizzazione annunciata. E saranno da valutare le posizioni di Massimo Zanetti, presidente con il 55 per cento delle quote e Carlo Gherardi, azionista di minoranza con il 45.

Quale futuro per la Virtus? Zanetti ha sempre detto e ribadito di non essere eterno (come proprietario) e di attendere la costruzione del palazzetto.

Aveva preso la Virtus in A2, Zanetti, l’ha portata in A al primo colpo. Aveva promesso scudetto ed Eurolega, il titolo è arrivato, così come la qualificazione alla competizione più bella. Dopo aver vinto l’EuroCup.

Adesso, però, c’è una situazione diversa e una squadra figlia di un mercato portato avanti in pochi giorni, a luglio. E che non aveva accontentato Luca Banchi, che all’inizio di dicembre si è dimesso. E ora guida con buoni risultati l’Efes.

E la Virtus? Detto che il patron (Zanetti) sarebbe già al lavoro per sponsor di caratura, c’è una squadra che in Europa ha messo in fila otto sconfitte. E che anche in Italia non se la passa troppo bene.

E non se la passa benissimo nemmeno Dusko Ivanovic, con alcune scelte azzardate. Belinelli a Trieste è rimasto a guardare i compagni. Vero che i giuliani corrono a mille: ma qualche canestro in più sarebbe servito.

E se è vero che la panchina di Belinelli è legata alla necessità di avere più atletismo e velocità, perché rinunciare a Tucker che, fin qui, si è reso utile solo correndo e saltando?

Lasciando fuori Tucker e Grazulis, dopo aver parlato di mentalità perdente, il dubbio è che il tecnico abbia anche voluto lanciare un segnale.

Ma i minuti concessi a Holiday non l’hanno ripagato. Come non l’ha ripagato, di fatto, mezza squadra, da Zizic a Cordinier, da Polonara ad Hackett.

E allora? Allora si naviga a vista. Ieri giornata di riposo perché questa sarà una settimana pesante dal punto di vista degli spostamenti e dei voli aerei. Mercoledì di nuovo Belgrado, questa volta contro la Stella Rossa di Milos Teodosic in corsa per i playoff, poi venerdì a Berlino, con il rischio di perdere ancora contro la cenerentola dell’Eurolega.

Ricompattare la squadra in palestra è quello che insegnano i manuali del basket per superare le crisi. Ma la crisi Virtus sembra avere radici profonde e, forse, il solo lavoro in palestra (che comunque paga sempre) non è sufficiente. Bisogna recuperare alla causa gli elementi perduti nelle ultime uscite. A cominciare da un irriconoscibile Isaia Cordinier. Poi, è vero che domani Marco Belinelli compirà 39 anni e l’età si fa sentire. Ma canestri pesanti, il capitano, è ancora in grado di segnarli. Meglio non dimenticarlo...

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