Daniel Hackett: "Questa Virtus è proprio forte. Faremo di tutto per riprenderci lo scudetto"

Il playmaker in visita al giornale racconta gli ultimi giorni in bianconero, da un nuovo tecnico alla conquista della Supercoppa: "Abbiamo attraversato un periodo di turbolenza, ci siamo compattati. È arrivato un trofeo che fa il paio con quello vinto dalle ragazze"

di ALESSANDRO GALLO E MASSIMO SELLERI
27 settembre 2023

Bologna, 27 settembre 2023 – E’ abituato a smistare assist per i compagni, Daniel Hackett. Questa volta, invece, l’assist gliel’ha fornito il Resto del Carlino. Danny-Boy, accompagnato dal direttore generale Paolo Ronci e dal responsabile della comunicazione Jacopo Cavalli, ha visitato la redazione del Carlino. Con il vice direttore Valerio Baroncini a illustrare i passaggi più importanti della filiera del giornale. Daniel, tra un reparto e l’altro, ha risposto ai quesiti sulla Virtus, fresca vincitrice della Supercoppa. Mantenendo una tradizione – i bianconeri al Carlino dopo la Supercoppa – che sta diventando una piacevole abitudine.

Daniel Hackett, 35 anni, posa con la Supercoppa durante la sua visita nella sede centrale del Resto del Carlino (Schicchi)
Daniel Hackett, 35 anni, posa con la Supercoppa durante la sua visita nella sede centrale del Resto del Carlino (Schicchi)

Daniel, cominciamo proprio dall’esperienza di Brescia e dal successo in Supercoppa.

"La prima sensazione è quella di una grande felicità. Vincere un trofeo fa sempre bene. E noi siamo ancora più contenti perché hanno vinto anche le ragazze".

Sei elementi nuovi, un tecnico appena arrivato: non era facile per voi.

"Diciamo che c’è stata una piccola turbolenza e siamo rimasti un po’ spaesati sul momento. Poi però ci siamo parlati, ci siamo compattati. E i risultati si sono visti".

Doppia rivincita, prima con Milano, pensando alla finale tricolore e poi con Brescia, con cui c’era un precedente in Coppa Italia.

"Magari non c’è stato ancora un gioco stellare, che potrà arrivare quando cominceremo a conoscerci meglio. Ma sono arrivate risposte importanti dal gruppo".

Vi siete sentiti vittime di critiche eccessive?

"No, credo prevalga la curiosità di scoprire questa squadra. Che rispetto al passato ha perso un giocatore come Teodosic, con la sua fantasia e un altro veterano quale Kyle Weems".

Teodosic, appunto. Lei che l’ha affrontato anche in allenamento, è riuscito a trovare la chiave dei suoi passaggi?

"No (ride, ndr). Milos era sempre un passato avanti. Vedeva qualcosa che gli altri non riuscivano nemmeno a intuire. In allenamento qualcuno si prendeva il pallone in faccia perché non si aspettava che Teodosic riuscisse a passare il pallone. Sono orgoglioso di essere stato suo compagno di squadra".

Campionato: da tre anni la finale scudetto è con Milano. La voglia tricolore?

"Da parte mia c’è. Ma c’è anche da parte della squadra. Un anno fa abbiamo sfiorato il titolo. A giugno ci siamo andati ancora più vicini. Vogliamo riprovarci".

Sarà ancora Olimpia-Virtus?

"Credo che sarà un campionato molto interessante. Mi sembra che il livello, anche delle avversarie, si sia alzato. Poi è chiaro che in una serie lunga la qualità e la profondità degli organici. Anzi...".

Dica.

"Quest’anno la serie finale sarà più breve. Al meglio delle cinque partite. Il fattore campo inciderà ancora di più. Pensando alle occasioni che abbiamo mancato, in gara-uno e in gara-due, il vantaggio del fattore campo peserà ancora di più".

Lei è l’unico bianconero che è già stato allenato da Banchi.

"Mi fa piacere. Spero che possa contare sul sottoscritto. E che magari si renda conto che sono maturato rispetto a dieci anni fa. Adesso sono un padre di famiglia".

Quasi un’autocritica la sua.

"Diciamo che non sono più un ragazzo di 24-25 anni con i suoi alti e bassi. Sono sicuramente più continuo".

Ma lei si considera un veterano del gruppo o un atleta nel pieno della maturità?

"Carta di identità alla mano, sono un veterano. Come spirito, invece, resto un ragazzo".

Pajola, uno dei più giovani, ha assimilato qualcosa di Teodosic e qualcosa di Belinelli. E da lei?

"Sono felicissimo di avere Pajo come compagno. Sta crescendo. Magari gli trasmetto qualcosa anche io. Ne sarei davvero orgoglioso. Difende con grande intensità. E fa sempre mille cose utili".

Magari dovrebbe essere più cattivo in attacco.

"Ma lui non si tira mai indietro. Le sue responsabilità se le prende sempre. E vedrete che crescerà anche in attacco".

Vi affronterete al campetto del Meloncello?

"Vedremo (sorride, ndr). Lui mi ha sfidato. E io ci sto pensando".

Sotto canestro due nuovi ragazzi.

"Dunston mi piace un sacco".

Perché?

"Non è appariscente, non fa cose che finiscono nelle statistiche. Ma difende, sporca mille palloni, aiuta i compagni. E ha carisma. E’ uno che si farà sentire, ha vinto l’Eurolega".

E Cacok?

"Dobbiamo prendere ancora le misure. Lui deve capire la nuova realtà. Ma la strada è quella buona".

Tra i vecchi è rimasto anche Isaia Cordinier.

"Un’esplosione di energia. In campo aperto è devastante. Ha una verticalità unica".

Lei, un idolo della tifoseria bianconera, con uno spiccato accento pesarese...

"Pesaro fa parte della mia storia. Un po’ marchigiano, un po’ romagnolo. Le mie origini sono qui".

Lei è uno dei pochi ad aver vinto l’Eurolega: questa Virtus può centrare i playoff in Europa?

"Non sarà facile, ma l’obiettivo è quello. Nella passata stagione fino a marzo siamo rimasti in linea di galleggiamento. A una o due partite dalla qualificazione. Poi abbiamo pagato un po’ di stanchezza".

E’ cambiata la formula.

"Appunto. Con i play-in ci saranno due posti in più. Vogliamo provarci".

Tra i nuovi, c’è curiosità per Dobric. Fermo per la distorsione alla caviglia.

"Per lui parla la sua storia e la sua provenienza. Serbi che non sapessero giocare a basket non ne ho mai incontrati".

Al di là del successo in Supercoppa, sembrate già un bel gruppo.

"Ci siamo parlati. Abbiamo fatto tutti un passo indietro. Non si parla di ’io’, ma di ’noi’. E in campo si vede una squadra che ha il piacere di passarsi il pallone. E che può crescere".

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