La missione di Banchi: dare equilibrio alla Virtus
Basket serie A Clyburn, Belinelli e Tucker assicurano pericolosità in attacco. Il compito dell’allenatore sarà trovare una efficace tenuta difensiva.
Una settimana senza tormentoni. Tra passaggi di proprietà che non si sono realizzati e annunci di mercato che tardavano ad arrivare, in casa della Virtus è arrivata un po’ di serenità. Quando non si gioca è abbastanza normale che siano gli altri aspetti a prendere il sopravvento, ma in questo modo è finito in secondo piano il fatto che l’ingaggio di Will Clyburn (nella foto Ciamillo) che è un vero colpo. Will si è definito il miglior ’tre’ d’Europa e in effetti se il suo albo d’oro vede una sola Eurolega conquistata, le cifre dicono sotto le Due Torri è arrivato un giocatore che fa la differenza. Il problema è che da quelle parti del roster la V nera ha già un cavallo di razza in grado di fare il bello e il cattivo tempo e la sfida principale di coach Luca Banchi sarà quella di far convivere Marco Belinelli con lo stesso Clyburn.
Una questione di non facile soluzione e non tanto perché si sta parlando di due cestisti intelligenti che sono in grado di capire quando sia il caso di prendersi un tiro e quando, invece, è più opportuno passare la palla, quanto perché con i due insieme in campo c’è il rischio che la difesa non sia particolarmente arcigna. Tutte le grandi squadre sono tali perché riescono a trovare un loro equilibrio ed è su questa ricerca che il tecnico dovrà lavorare per tenere fede a quelli che sono gli obiettivi da raggiungere. Sulla carta anche l’arrivo di Rayjon Tucker non dà un contributo sostanzioso quando si parla di intensità difensiva, ma Banchi nel costruire la squadra sembra abbia preferito scegliere gente che ha il senso della competizione e questo aspetto potrebbe far emergere dei nuovi tratti che al momento non sono preventivabili e che per questo potrebbero trasformarsi in sorprese positive. Quello che è certo è che attorno a questa Virtus c’è molta curiosità e i tifosi hanno tirato un sospiro di sollievo quando hanno capito che la proprietà resta ‘made in Bo’ grazie a un impegno sempre maggiore del socio di minoranza Carlo Gherardi e che il progetto non prevede nessun ridimensionamento.
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