"Pajola sei un fenomeno». Peterson esalta il regista: "Lui e Shengelia, cuore e testa Virtus»

Il leggendario coach che ha vinto su entrambe le panchine analizza la serie: "Alessandro non si tira mai indietro, avrei voluto averlo nelle mie squadre. Mi ricorda Brunamonti. Fondamentale Belinelli: essenziale e letale come Morse".

di ALESSANDRO GALLO -
10 giugno 2024
Peterson esalta il regista: "Lui e Shengelia, cuore e testa Virtus"

Peterson esalta il regista: "Lui e Shengelia, cuore e testa Virtus"

Ottantotto anni, una carriera, in panchina, divisa tra Virtus Bologna e Olimpia Milano. Dal 1973 al 1987 quando si è ritirato (anche se ebbe un’esperienza all’Olimpia nel 2011, Daniel Lowell Peterson, per tutti Dan o più semplicemente ’il Coach’, ha vinto cinque scudetti (uno in Virtus), tre Coppa Italia (una in Virtus), una Coppa dei Campioni e una Coppa Korac. Fucina di suggerimenti e di aneddoti, Dan ha appena dato alle stampe l’ennesimo volume della sua straordinaria produzione letteraria: ’L’Abc del Basket’, 240 pagine.

E non è finita, vero Peterson?

"Ce n’è sarà un altro sulla Virtus".

Di quella collana ha già raccontato i suoi virtussini e una monografia sull’Avvocato Porelli. Il prossimo?

"I migliori virtussini, prima del mio arrivo a Bologna nel 1973. Ci sarà tempo per affrontare gli anni Trenta, il dopoguerra. Gli anni Cinquanta e la Sala Borsa. Poi, le prime squadre in Piazza Azzarita".

Veniamo alla finale scudetto.

"L’altra sera, sul 13-26, ho pensato che la partita fosse chiusa. Non dico scudetto già a Milano, ma il 2-0 per l’Olimpia sembrava servito".

E invece?

"Ripeto, la partita sembrava chiusa. La Virtus non dava segnali di vita. Poi l’Olimpia si è spenta, mentre la Virtus si è destata. Prima con il cuore, poi la testa. E ha meritato di vincere".

Le chiavi.

"Prima di tutto Pajola. Uno che sputa sangue, sempre. E non si tira mai indietro. Poi Shengelia. Sembra un giocatore di un’altra epoca, magari degli anni Cinquanta. Ma ha testa, cuore e leadership. E l’hanno ribaltata. Nonostante…".

Nonostante?

"La pessima serata al tiro di Belinelli. Che è fondamentale".

Il risultato di tutto questo?

"Una finale scudetto rimescolata".

In che senso?

"Si pensava che la Virtus vincesse gara-uno e Milano la seconda".

E adesso?

"La Virtus al Forum avrà lo stesso approccio di Milano: cercherà di vincerne almeno una per riavere il vantaggio del fattore campo".

Pronostico?

"Grande equilibrio, com’è stato finora".

Nel 2001, durante la finale di Eurolega tra Virtus e Tau, Messina la ringraziò per avergli suggerito la tattica giusta.

"Ettore fu troppo generoso. Mi permisi di dire che la difesa a zona sarebbe stata importante".

Oggi non le chiediamo un suggerimento per Banchi. Ma uno per lui e un altro per Messina.

"Luca ed Ettore sono ottimi allenatori. Non hanno bisogno di niente, men che meno dei miei consigli. Entrambi hanno trovato gli indirizzi giusti. Banchi con il suo gioco, Messina favorendo gli isolamenti dei suoi assi".

Insistiamo: c’è una favorita?

"Sarei portato a dire 50 e 50. Con una leggera preferenza per Milano perché gioca in casa. Ma…".

Dica.

"Il fattore campo potrebbe saltare ancora. Stiamo parlando di due squadre che hanno fatto l’Eurolega. Vincendo su altri campi. Anche se…".

Se?

"La Virtus avrà bisogno del miglior Belinelli".

Che in gara-due…

"Ha fatto fatica. Ma Marco è un ragazzo di 38 anni, che ha fatto tanto anche nella Nba. Non ha bisogno di consigli. E’ un tiratore letale. Anzi, un tiratore aggressivo. Pronto al tiro, senza forzare. Sa chi mi ricorda?".

No.

"Bob Morse. Pulizia di tiro, capacità di segnare senza forzare. Marco è sempre pronto al tiro, ma non forza a tutti i costi. E se non tira è bravo a recuperare il tutto, senza infrazione di passi, trovando spazi per i compagni".

La chiave di Milano?

"Detto che Shields è fondamentale e bisognerà vedere se un giorno in più gli consentirà di recuperare, dico Kyle Hines".

Perché?

"La Virtus non riesce a tagliarlo fuori".

Una sfida solo per i veterani?

"Assolutamente no. Per Milano dico Tonut, che ricorda il mio Premier".

E per la Virtus?

"Torno su Pajola".

A chi lo paragoniamo?

"A Brunamonti. Grande atletismo, apertura di braccia smisurata. Pajola mi fa impazzire".

Brunamonti faceva impazzire…

"Chi?".

Il suo pupillo.

"D’Antoni".

Proprio lui.

"Mike soffriva un po’ l’atletismo di Roberto. Gli davano fastidio quelli più alti o molto atletici. Non solo Roberto, ma anche Nando Gentile e Della Valle padre".

Domani sera dove sarà?

"Al Forum. Sarà una finale bellissima".

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