Ronci promuove la ’sua’ V nera: "Darà battaglia, anche in Eurolega"
Il direttore generale: "Squadra ben attrezzata, ci sono quindici ragazzi che stanno bene insieme" .
Sei giocatori nuovi, un tecnico appena arrivato. Nella costruzione estiva di un gruppo capace di conquistare subito la Supercoppa, c’è la mano di Paolo Ronci, che nella Virtus ricopre il ruolo di direttore generale.
Ronci, cosa significa aver conquistato subito la Supercoppa?
"Supercoppa? No, due Supercoppe, conquistate nell’arco di 24 ore, per la soddisfazione del nostro presidente, dottor Zanetti. Il trofeo delle ragazze è stato storico, perché prima non c’erano state vittorie in questo senso. Poi, a Brescia, è stato il turno dei ragazzi. Terza Supercoppa consecutiva per loro, dopo aver disputato due ottime partite con lo spirito di squadra che serviva".
Un tecnico arrivato da poco, sei elementi nuovi: ecco la Virtus di questa stagione.
"Prima di tutto credo si tratti di una squadra solida, di un gruppo che non si tira indietro quando si tratta di lavorare e che, come ha detto l’allenatore dopo la conquista dalla Supercoppa, si è subito messo a disposizione. Credo che questo possa essere un buon punto di partenza. Poi, Banchi, cammin facendo, ci metterà le sue idee di pallacanestro".
L’unico che ancora è rimasto fuori, causa infortunio, è Dobric.
"Sul quale non abbiamo dubbi. E’ un ragazzo che si è messo al collo la medaglia d’argento ai Mondiali e che faceva parte del quintetto iniziale della Serbia".
Tornando a Brescia, al di là del successo finale, dopo due ottime partite, è rimasta l’idea di un gruppo ben amalgamato.
"Ripeto, ho visto grande disponibilità da parte di tutti. E come dice Hackett, quando ti sbatti in difesa, quando condividi qualcosa con i compagni, allora diventa anche più divertente e facile passarsi il pallone in attacco. Se questo gruppo, come penso, riuscirà a creare una certa empatia con i tifosi, ci sarà da divertirsi".
Grazie a giocatori che sembrano intendersi bene.
"E’ un aspetto legato anche alle idee e alle strategie che abbiamo cercato di portare avanti in estate. Una squadra è composta da un gruppo di persone che, per forza di cose, devono stare a lungo insieme. Se questo stare insieme, diventa piacevole, perché si condividono ambizioni e altro, è meglio. Poi si può vincere e si può perdere. Ma di solito, una squadra che sta bene nel suo insieme, poi raggiunge i risultati migliori".
Virtus più da campionato o da Eurolega?
"Non farei questa distinzione. C’è una Virtus attrezzata, composta da 15 persone. Persone che hanno condiviso le idee di avere un ruolo, grande o piccolo che sia. Nella composizione della squadra siamo stati molto chiari: volevamo ragazzi felici di affrontare questa esperienza. E che un giorno possano ricordare bene Bologna. Affronteremo una partita per volta. Pensando anche alla Coppa Italia. Che è l’unico trofeo – lasciamo per un attimo da parte il discorso legato all’Eurolega – che manca a questa gestione".
In sintesi, una Virtus da...
"Una Virtus che venderà cara la pelle in campo, sia in Italia sia in Europa. Una squadra con lo spirito da battaglia".
m. s.
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