Virtus, Cordinier asso dei Giochi. Isaia è sulle orme di Rigaudeau. Ma non si vuole fermare all’argento
Isaia Cordinier segue le orme di Rigaudeau puntando a superarlo. Il suo impatto fisico e tecnico aiuta la Francia alle Olimpiadi. La Virtus Bologna conta su di lui per il futuro.
Isaia Cordinier sulla strada tracciata da Antoine Rigaudeau. Con il sogno di fare anche meglio di quel giocatore che, a Bologna, almeno sponda bianconera, chiamano tuttora ‘Le Roi’.
Riassunto delle puntate precedenti: a Parigi, fino a domani, sono in programma i Giochi Olimpici.
E la Francia, dopo aver stentato parecchio nel girone di qualificazione, ha svoltato con Canada e Germania. E se ha svoltato in modo così netto, rispetto ai problemi della prima fase, lo si deve proprio alla fisicità (e non solo) di Isaia Cordinier.
Isaia si occupa (come nella Virtus) del rivale più efficace e pericoloso. Ma, nello stesso tempo, ha raccolto cifre importanti in attacco. Con triple, attacchi prepotenti. E, come nel caso della semifinale con la Germania, chiudendola, con una tranquillità glaciale, con un paio di tiri liberi.
Rigaudeau nel 2000, quando era un punto fermo della Virtus – che di li a meno di un anno avrebbe confezionato il Grande Slam – si mise al collo una splendida medaglia d’argento.
Difficile che Cordinier si accontenti, anche se gli Stati Uniti restano qualcosa di mostruoso, almeno a livello di nomi.
Quel qualcosa di mostruoso, però, con la Serbia ha arrancato, inseguito e sofferto per 37 minuti. Poi, alle ultime curve, è cambiato tutto. Ma uno con l’energia di Cordinier ce l’hanno in pochi.
E se la Francia, oggi, dovesse riuscire a costruire lo stesso piano partita dei serbi (dove giocava l’ormai ex bianconero Ognjen Dobric) non si farà cogliere impreparata.
L’immagine più suggestiva, legata a Isaia, la affidiamo alla poetica di Stefano Michelini, allenatore e opinionista.
"Cordinier? E’ come quando D’Artagnan arriva a Parigi – racconta Michelini, rifacendosi ai romanzi di Alexandre Dumas (padre) –: ogni osteria una rissa. Poi ha la fortuna di incontrare Athos, Porthos e Aramis. Che cosa intendo dire? Che ogni anno che giocherà aumenterà la sua esperienza, razionalizzerà le sue scelte e diventerà un giocatore sempre migliore. Secondo me, oggi, atleticamente, è un elemento del quale la Virtus non può fare a meno".
Nelle mani di Cordinier la Virtus che verrà, con un giocatore che, per aggressività, potrebbe anche assomigliargli (Rayjon Tucker). In ogni caso un elemento fondamentale per la costruzione di un gruppo che cercherà di arrivare fino in fondo, sia in campionato, sia in Eurolega (dai play-in in sù).
La medaglia conquistata da Cordinier, infine, sarà la quarta portata a casa dalla Sef Virtus in questa rassegna olimpica. La Casa Madre di cui è presidente Cesare Mattei ha già messo in bacheca tre medaglie grazie alla sciabola. Per la gioia di Giuseppe Sermasi e Marcello Scisciolo è arrivato il bronzo di Gigi Samele e lo stesso risultato per Olga Kharlan. Che è ucraina, ma tira per la Virtus. La stessa Olga ha vinto l’oro a squadre. E vi siete forse dimenticati chi c’era alla guida della nazionale di Ucraina? Andrea Terenzio, il maestro che ha reso la sciabola della Virtus un marchio di fabbrica.
Continua a leggere tutte le notizie di sport su