Virtus, funziona il mix tra veterani e nuovi. Con Milano una sconfitta con vista sul futuro

La Supercoppa persa ai supplementari lascia tante cose buone a Banchi: il gruppo, benché molto cambiato, non si è disunito mai

di MASSIMO SELLERI -
24 settembre 2024
Virtus, funziona il mix tra veterani e nuovi. Con Milano una sconfitta con vista sul futuro

Daniel Hackett prova a smarcarsi da Dimitrijevic: il play italiano è stato uno degli ultimi ad arrendersi nella finale di Supercoppa persa con Milano (Ciamillo)

Sfumato il primo obiettivo della stagione, ci sono comunque degli aspetti positivi nella sconfitta patita dalla Virtus nella finale di Supercoppa. Il primo è che la squadra ha già metabolizzato quello spirito che generalmente contraddistingue le squadre che sanno di non essere le più forti, ma che possono diventarlo se in campo al talento uniscono il cuore. Da questo punto di vista la gara di domenica contro Milano è emblematica: la V nera prende il volo e poi viene riacchiappata dagli avversari grazie soprattutto alle prodezze di Nikola Mirotic, ma davanti a quella che era la supremazia prevista dell’Olimpia, il gruppo anziché disunirsi si è compattato e ha lottato fino alla fine.

Niente male per una formazione che nei 12 giocatori mandati a referto aveva 6 volti nuovi. Il merito è di chi è qui da parecchio e, nonostante qualche incidente estivo più o meno emerso dal sottobosco, è rimasto a Bologna. La leadership è una capacità che si può esprimere in tanti modi a seconda delle situazioni. Il fatto che Will Clyburn avesse sviluppato un’amicizia con Toko Shengelia già ai tempi del Cska ha favorito il processo di ambientamento dell’ala statunitense. Il lungo georgiano è una sorta di tutor per chi è venuto qui con il preciso obiettivo di alzare il livello della Segafredo. Marco Belinelli è più silenzioso nell’esprimere il suo carisma ma, sebbene nelle prime due gare della stagione la sua autonomia sia stata limitata, resta comunque un punto di riferimento anche per chi, come Matt Morgan, era la prima volta che ci giocava insieme.

Discorso simile per Daniel Hacket che, invece, sia con Napoli che con Milano ha cercato di spiegare ai nuovi compagni posizioni e dinamiche. La formazione allenata da Luca Banchi al momento sembra impermeabile alle tante voci che circolano attorno alla proprietà del club descrivendo una diversa divisione di intenti tra i due soci che la compongono e pensa solo a giocare, anche perché gli spifferi non sono confermati né dai fatti né dalle dichiarazioni ufficiali.

Il secondo aspetto da non sottovalutare è che giocatori che non hanno mai disputato l’Eurolega hanno comunque tenuto testa a Milano. Anche questo è un dato su cui riflettere perché solo il campo può concretamente fornire le corrette informazioni su quale sia il livello di un cestista. Morgan, ma soprattutto di Rayjon Tucker non sono stati imbavagliati dalla fisicità dell’Olimpia e questo dà l’impressione che le scommesse fatte con il mercato estivo saranno vinte.

L’unico neo riguarda la consistenza sotto canestro. Il rientro di Devontae Cacok non è imminente e allo stesso tempo Zizic non fornisce garanzie avendo un rendimento altalenante. Momo Diouf è la prima volta che si confronta con l’Eurolega e avrà bisogno di un po’ di tempo per ambientarsi. Shengelia sarà sfruttato come tampone, visto lo stato di forma di Achille Polonara e il recupero di Andrejs Grazuljs. Al momento non ci sono all’orizzonte operazioni di mercato, nella speranza che il lungo croato si sblocchi.

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