Virtus: l'importanza di Pajola e Hackett nel gioco e nella difesa
Pajola e Hackett, fondamentali per la Virtus, creano gioco e difesa. La loro energia è cruciale per il successo della squadra.

Alessandro Pajola, 25 anni e Daniel Hackett, 37 i playmaker della Virtus (Ciamillo)
Tutto parte da lì, dal centrocampo. Utilizzare questa similitudine calcistica, parlando di canestri, può apparire azzardato. Però dà l’idea della situazione. La Virtus ha cambiato pelle dopo che, là in mezzo, si è riformato un certo equilibrio. E in mezzo, a creare gioco per i compagni, ci sono soprattutto loro, Alessandro Pajola e Daniel Hackett.
Certo, Dusko Ivanovic ha utilizzato anche altri portatori di palla – Morgan, lo stesso Cordinier, raramente Clyburn –, ma quello che possono dare Pajola e Hackett non ha eguali.
E nello stesso tempo non si può nemmeno parlare di gerarchie: non importa chi, tra i due, inizia la partita, conta molto di più di chi è in campo nei minuti finali, quando le partite prendono indirizzi precisi. Non c’è una gerarchia marcata come qualche anno fa, forse (anzi, senza forse) Pajola ha alzato il livello del gioco: ma Alessandro e Daniel sono ugualmente fondamentali. Non solo perché hanno le capacità di mettere in ritmo i compagni, con una naturale predisposizione all’assist e al sacrificio, ma anche perché quando stanno bene, con le loro gambe e la loro inclinazione, finiscono per mandare in tilt gli attacchi rivali.
Fondamentali, quei due, per assicurare alla Virtus quell’energia difensiva dalla quale – seguendo anche i dettami dell’allenatore e del suo modo di intendere la pallacanestro – parte tutto.
Se Hackett e Pajola girano allora tutta la squadra ne trae giovamento. Daniel con la capacità, spesso diabolica, di indurre l’avversario allo sfondamento, Alessandro con quella pressione sistematica,sul pallone, che gli permette di essere una sorta di Mike D’Antoni del nuovo millennio.
Ha sempre la faccia da ‘cinno’, Pajola, ma ha messo insieme 25 anni, un numero di partite che gli consente di essere nella top ten dei bianconeri di tutti i tempi e un’esperienza notevole.
Sull’esperienza di Hackett, classe 1987, bisognerebbe scrivere un trattato enciclopedico. Per diventare armi letali, e anche per sgravare i compagni da ulteriori pressioni, occorre che la stessa energia la mettano al tiro. Non sono cannonieri né tiratori seriali per indole.
Ma nella pallacanestro moderna non ci può essere un elemento che giochi solo di sponda. Altruisti sì, ma non all’eccesso per evitare poi che il proprio marcatore possa dedicarsi ad altro, ovvero il raddoppio.
Si torna in palestra oggi, dopo due giorni di relax concessi dall’allenatore. La Virtus è legata a Pajola e Hackett. E’ proprio il caso di dirlo: attenti a quei due.
Sabato, infine, confermata l’assenza dei tifosi VIrtus residenti a Bologna e provincia per il divieto previsto dalla Prefettura toscana.
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