Vuelle Petrovic: "Vinta la battaglia dei nervi"

L’ala di Belgrado: "Ci eravamo cascati, stavamo sottovalutando Nardò, poi Leka si è arrabbiato e siamo stati bravi a reagire"

di ELISABETTA FERRI
28 gennaio 2025
Danilo Petrovic in azione nella partita contro Nardò

Danilo Petrovic in azione nella partita contro Nardò

"Nella mia terra c’è un detto: le battaglie si vincono prima di tutto nel cuore". Dispensa una perla nel dopo partita Danilo Petrovic, da buon slavo a cui piacciono i motti. E ha ragione, perché la Vuelle non ce l’aveva nel cuore la battaglia con Nardò, come invece quelle con Fortitudo, Cantù e Milano, ecco perché ha rischiato di perderla, venendo a capo di una situazione complicata perché oggettivamente superiore sia come organico che come talento diffuso. "Era una partita che temevo, son sincero – aggiunge l’ala di Belgrado –. Siamo in un momento molto buono e guardando la classifica, sapendo anche delle loro assenze, poteva succedere di pensare: sarà facile. Ci siamo cascati, ma poi abbiamo anche saputo compattarci dopo il disastro combinato in difesa nel secondo quarto, quando abbiamo subìto 30 punti. Dopo esserci schiariti le idee nell’intervallo abbiamo dimostrato di nuovo il nostro valore, ma Spiro ha ragione ad essersi arrabbiato tanto: non possiamo permetterci il lusso di difendere soft o di disunirci in attacco e tornare a giocare ognuno per conto suo, come facevamo all’inizio dell’anno".

Oggi che si è messo il timore dell’infortunio patito dietro le spalle, il lungo serbo sta finalmente portando il suo contributo alla causa, contro Nardò ha giocato 20 minuti con 6 punti, 5 rimbalzi e un assist: "L’inizio di stagione voglio dimenticarlo e ormai solo qualche dolorino me lo ricorda; sento che sto crescendo sotto l’aspetto dell’aggressività, che è nella mia indole, e sono contento perché ho capito sin dal primo giorno che qui a Pesaro sta in campo ed è apprezzato solo chi combatte". Non sa dire, oggi, se la Carpegna Prosciutto sarà in grado di risalire dentro le prime sette che giocheranno i playoff senza passare dalla trappola dei play-in, riservati alle formazioni fra l’ottavo e il tredicesimo posto: "Ci stiamo allenando davvero bene adesso, penso anche perché i primi mesi difficili ci hanno portato un po’ di umiltà che forse non avevamo perché tutti ci pronosticavano come una delle favorite e noi pensavamo di esserlo per diritto divino. L’arrivo di coach Leka è stata la svolta perché è stato in grado di cementare il gruppo e sono sicuro che la partita contro Nardò è stata una mezza sberla da cui sapremo imparare la lezione".

La nona vittoria nelle ultime dieci partite ha portato un grande entusiasmo nell’ambiente pesarese, ma non c’è nemmeno il tempo di gioire troppo e nemmeno di riposarsi, perché già oggi la squadra sarà in viaggio verso Avellino dove domani sera si gioca la quinta giornata di ritorno: "Dobbiamo restare fiduciosi ma anche felici, niente ci è stato regalato di quello che ci siamo riconquistati partita dopo partita ed è l’ottica con la quale continuare a vivere, le prossime due possono aiutarci ancora un po’ a risalire la classifica. Ora che abbiamo capito chi siamo bisogna mantenere la testa in questa modalità".

Elisabetta Ferri

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