Arabia, nuovo bengodi del pallone: risorse infinite e partite con 40 gradi. Il calendario integra la preghiera
Solo nel 1990 la Lega saudita ha conosciuto il professionismo, ora il torneo passa a diciotto squadre. Quasi tutti i club erano di emanazione governativa, lanciato un nuovo tentativo di privatizzazione
L’ultima notizia dalla terra dell’oro chiama in causa la logistica. L’Al-Hilal, fresco dell’acquisto di Koulibaly, per le trasferte utilizzerà privatamente un Boeing 747 dismesso dal principe saudita Alwaleed bin Talal, tifoso della squadra che è stato ben contento di fornirle il suo velivolo usato, e riprogettato con ampi e lussuosi saloni interni, nel passare a un Airbus A380 nuovo.
Al netto di ogni romanticismo, fattore sempre più etereo nello sport, quale calciatore dovrebbe resistere all’idea di essere strapagato in Arabia? Quale altro lavoratore meno privilegiato respingerebbe l’opportunità immediata di una paga tripla, o quadrupla? Mentre il mondo del pallone evita di darsi risposte che già conosce, il carniere di campioni della Lega saudita si ingigantisce giorno dopo giorno. Un boom inarrestabile. E pensare che questo campionato era rimasto a lungo ai confini dell’impero mondiale del pallone.
Il movimento calcistico arabo ha preso forma non più di cinquanta anni fa. Il primo campionato nazionale, solo nel 1976, con otto squadre. E il professionismo ha avuto via libera nel 1990, con la “Coppa della Lega del Custode delle Due Sante Moschee”. Nel frattempo, aveva esordito anche la Prima Divisione, la seconda serie.
Solo nel 2007 il campionato si è giocato con la formula del doppio girone con partite di andata e ritorno. A partire dalla prossima stagione, il torneo sarà a diciotto squadre e non più a sedici. Il calendario si sviluppa in un periodo del tutto assimilabile a quello delle altre nazioni dell’emisfero nord. Con la prima giornata a fine agosto, quando a Riad, città dell’Al-Nassr di Ronaldo, dell’Al-Hilal e dell’Al-Shabab, le massime superano abbondantemente i quaranta gradi e le minime non scendono sotto i trenta. L’ultimo turno previsto per fine maggio.
Il clima, va da sé, è uno degli elementi che più distingue il torneo saudita da tutti gli altri. Ci si allena sempre verso sera anche per rispetto dei precetti religiosi, pure le partite si concentrano nelle ultime ore della giornata. La giornata del calciatore è organizzata in modo che l’impegno sportivo si integri nel miglior modo possibile ai momenti di preghiera: specie quando questi sono previsti all’alba.
Quasi tutti i club erano controllati direttamente dal governo. Il principe ereditario Mohammed Bin Salman ha però appena varato il piano per ritentare la privatizzazione. Al-Ittihad, Al-Ahli, Al-Nassr e Al-Hilal sono stati trasformati in società. A controllarli è ora il Public Investment Fund, il fondo sovrano che detiene anche l’80% del Newcastle. Quanto sono vicine, Premier e Saudi League.
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