Arabia Saudita, Giovinco: "Rifarei quell'esperienza. Calcio la loro seconda religione"

La Formica Atomica, che si trasferì in Medio Oriente nel 2019, è tornata a parlare della sua esperienza nel Paese che sta rivoluzionando il calciomercato

di GABRIELE SINI
30 luglio 2023

Sebastian Giovinco con la maglia dell'Al Hilal (Ansa)

Roma, 30 luglio 2023 - Laddove imperversano i pregiudizi, interviene l'esperienza. Sebastian Giovinco, attaccante ex Juventus tra le tante, ha parlato recentemente della sua esperienza calcistica in Arabia Saudita. La Formica Atomica si trasferì in Medio Oriente prima che avvenisse il boom che sta stravolgendo il calciomercato da dicembre a questa parte. Dopo l'approdo di Cristiano Ronaldo al termine del Mondiale del Qatar e la decisione della politica saudita di investire pesantemente nel calcio, infatti, il Paese arabo ha messo a segno grandissimi colpi di caratura internazionale. Giovinco, dal canto proprio, arrivò in Arabia Saudita nel 2019 per giocare nell'Al Ittihad e, in seguito, nell'Al Hilal. Sulle colonne di Sportweek, l'ex nazionale italiano ha percorso le orme del suo passato, raccontando la propria esperienza in uno stato che è ora al centro dell'attenzione globale nel mondo dello sport.

La vita in Arabia Saudita

Dopo l'esperienza italiana, Sebastian Giovinco decise di dare una svolta alla propria carriera trasferendosi nella Major League Soccer. In America, più precisamente in Canada, la Formica Atomica ha trovato la sua fortuna, imponendosi come uno dei calciatori più forti del campionato e scrivendo pagine di storia del soccer, come lo chiamano oltreoceano. Nel 2019, però, ha deciso di scrivere un nuovo capitolo di una carriera che si potrebbe quasi definire esotica, volando verso l'Arabia Saudita: "Sentivo il bisogno di fare un cambiamento. Non nego nulla, ma io e la mia famiglia non abbiamo subito restrizioni, culturalmente parlando. Certo, io da calciatore ero un privilegiato, ma per esempio io e mia moglie all'epoca non eravamo sposati, eppure vivevamo nello stesso appartamento. Penso che un Paese vada visto prima di giudicarlo: nei ristoranti si mangia bene, nei supermercati trovavano più o meno tutti, i miei figli frequentavano la scuola americana. Nessuno ci ha mai detto nulla, l'importante è rispettare le regole cardine: per esempio non bere alcol, cosa che però io non faccio a prescindere". I tanti pregiudizi che circolano in occidente, secondo Giovinco, sarebbero dunque eccessivi rispetto al reale stato delle cose: "Al momento della preghiera, bisognava spegnere la musica in spogliatoio o in palestra. Nessuno mi ha mai costretto a farlo, semplicemente stavo in silenzio. Si tratta di un paese che sta cercando di cambiare. Non ci si deve far ingannare da quello che si legge in giro". Anche la passione per il calcio è molto grande, a differenza di come si potrebbe pensare: "I tifosi sono caldi, davvero. Per loro il gioco del calcio è una seconda religione". Infine, l'ex Juventus è stato interrogato sul nodo stipendi. Gli ingaggi faraonici fanno gola a tutti e Giovinco non lo ha negato: "Se a lei proponessero uno stipendio triplo o quadruplo, non lo accetterebbe? Sono andato via prima perché nel mio ruolo è arrivato un giocatore di fiducia del tecnico: dinamiche normali, che possono accadere. L'Arabia Saudita non farà la fine della Cina, perché hanno un'idea chiara: vogliono usare il calcio per attrarre turismo e investimenti". Sul futuro, Sebastian è molto chiaro: "Non penso al ritiro, in verità aspetto una chiamata dal Toronto". Leggi anche: Napoli-Hatayspor 4-0, doppiette per Osimhen e Simeone  

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