Ascoli, ok: lo schema è giusto. Il 4-2-3-1 sembra dare più certezze
A trarre giovamento è stata soprattutto la difesa. E così i tanti trequartisti possono esprimersi al meglio
L’Ascoli di Massimo Carrera sembrerebbe proprio aver trovato la veste ideale per consentire al potenziale tecnico presente in organico di esprimersi al meglio. Il tecnico del Picchio, il vice Sergio Porrini e lo staff stavolta potrebbero proprio aver fatto centro con la scelta di quel 4-2-3-1 che sabato scorso contro i ragazzini Milan Futuro ha permesso in campo di risolvere più di un rebus. Non a caso, proprio nell’ultima promozione dalla C alla B ottenuta dai bianconeri nella stagione 2014-15, fu proprio questo il modulo che accompagnò la quasi intera stagione degli uomini allora allenati da Mario Petrone verso la conquista dell’ambito traguardo, seppur alla fine arrivato grazie all’intervento degli organi di Giustizia sportiva Figc che poi condannarono il Teramo a seguito della nota combine messa in atto a Savona nella caldissima volata finale. Al di là delle statistiche e dei precedenti storici però la nuova struttura tattica del Picchio, per adesso, ha visto sistemate alcune situazioni in campo che finora avevano destato delle preoccupazioni. In primis a trarre giovamento dalla scelta operata è stato il reparto difensivo, in precedenza eccessivamente vulnerabile con quell’eccessiva quantità di gol subiti soprattutto in trasferta. Prima della gara di Busto Arsizio la retroguardia bianconera aveva incassato la media esatta di due reti a partita tra coppa e campionato. Le cose erano andate proprio così ad Arezzo nel ko per 2-1 che portò all’eliminazione. Idem nell’esordio di campionato a Ferrara contro la Spal, dove i bianconeri si fecero bucare due volte in pochi minuti per il definitivo 2-2. Rendimento negativo infine confermato nell’amara trasferta di Chiavari contro la Virtus Entella (2-1). Successivamente però le varie assenze di Gagliolo, Piermarini e Quaranta in un certo senso hanno dato una mano nel ripristinare la linea difensiva a quattro, dove al centro anche Curado (in coppia con Menna) ha potuto trovare beneficio e offrire una prova migliore.
La rinuncia al terzo centrocampista e l’aggiunta di un trequartista centrale invece, ha dovuto rispondere all’esigenza di permettere ad un elemento importante per la categoria come Tremolada di potersi esprimere al meglio. Contro i liguri l’ex Modena era sembrato impalpabile anche a causa della necessità di dover agire sulla destra come attaccante esterno, ruolo quasi mai ricoperto in carriera. Il ritorno nei panni di regista offensivo, ha favorito altresì il rientro a destra di Tirelli che in questo momento della stagione sta facendo bene con il suo costante contributo di corsa e grinta. Mentre sulla sinistra a completare il mosaico l’impiego di Marsura. Queste scelte potrebbero riuscire a nascondere la fatica a volte mostrata in mediana, aumentando ulteriormente il peso dell’attacco.
Massimiliano Mariotti
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