Ascoli, quanti errori individuali. I punti persi ora diventano troppi
I bianconeri si sono fatti riprendere ad Arezzo per un’ingenuità di Adjapong. Non vincere sta pesando .
L’Ascoli neanche ad Arezzo è riuscito a cambiare marcia e nel prossimo scontro salvezza col Pontedera dell’ex Menichini non si potrà più rinviare l’appuntamento con i 3 punti. Nella trasferta toscana gli uomini di Mimmo Di Carlo hanno ottenuto un altro punticino che serve a ben poco per l’attuale drammatica classifica che continua a vedere il Picchio relegato nella delicata lotta per non finire addirittura in serie D. All’inizio della stagione probabilmente nessuno si sarebbe atteso di dover vivere una situazione del genere, ma oggi la dura realtà continua a parlare, al di là degli evidenti limiti tecnici, di una squadra fragile dal punto di vista mentale e poco lucida in alcuni momenti del match.
In casa degli amaranto il successo mancava dal lontano 8 giugno 1969 (stagione 1968-69 in C) quando l’allora storica Del Duca Ascoli riuscì a passare per 1-0 nell’unica vittoria fatta registrare finora nella tana dell’Arezzo. Magari non sarà un caso ma nel giugno del ‘68, prima dell’avvio del torneo, la società era stata rilevata dal presidentissimo Costantino Rozzi, su proposta del consiglio direttivo, che così diede inizio ad un’era che probabilmente più nessuno riuscirà a ripetere almeno in parte. Dopo svariati scontri con gli amaranto la ghiotta chance si era palesata di nuovo. Purtroppo però anche stavolta la formazione di Di Carlo ha mostrato tutte le proprie lacune nel saper difendere il risultato.
L’ingenuità e l’assenza di un po’ di esperienza non hanno permesso in campo di portare a casa un successo che sarebbe stato fondamentale per produrre un primo segnale di reazione confortante. E va detto che quello affrontato domenica era un Arezzo non particolarmente brillante e reduce dal ko di Carpi. Come accaduto qualche giorno prima in casa col Campobasso, i bianconeri si sono fatti riprendere sul più bello gettando alle ortiche altri 2 punti. Alla resa dei conti così è pesata come un macigno quella leggerezza, magari inutile osservando che l’avversario Righetti stava rincorrendo una palla probabilmente destinata a spegnersi sul fondo, commessa da Adjapong. Un peccato di gioventù che in molti hanno fatto fatica a digerire, soprattutto perché si parla di un profilo con un noto curriculum alle spalle.
È stata questa l’ultima di una serie di letture individuali errate che non stanno aiutando la squadra a compiere quell’atteso passo avanti nel livello delle prestazioni offerte. La sensazione è che manchi sempre qualcosa per riuscire ad arrivare al risultato sperato e andando avanti tutte queste sbavature si stanno sommando. I punti lasciati per strada adesso iniziano a diventare troppi. L’unico modo per provare a voltare pagina è spezzare il digiuno di vittorie che va avanti da 9 turni. L’appuntamento di domenica col Pontedera (ore 15) rivestirà un’importanza quasi assoluta.
Massimiliano Mariotti
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