Di Donato e quel film già visto: "Ma l’Ascoli risorgerà sempre"

L’allenatore: "Sbagliato vendere Dionisi e acquistare a gennaio scommesse. Qui si vive di calcio"

18 maggio 2024
Di Donato e quel film già visto: "Ma l’Ascoli risorgerà sempre"

Di Donato e quel film già visto: "Ma l’Ascoli risorgerà sempre"

Daniele Di Donato era al Del Duca venerdì scorso a vedere Ascoli-Pisa. L’ex capitano bianconero autore di salvezze miracolose e di campionati esaltanti, se ne è andato all’indomani della retrocessione del 2013 dopo ben 12 anni tra Serie A e Serie B. E per lui, come per tanti altri è sembrato di rivivere quella stagione.

Se lo aspettava?

"La stagione 2012-2013 era inizia come questa tra alti e bassi, anche se verso la fine del girone d’andata avevamo ottenuto 13 punti in cinque partite, avvicinandoci alla zona play-off, ma dopo la sconfitta per 4-3 contro lo Spezia incominciarono una serie di risultati negativi che ci portarono a giocarci tutto all’ultima giornata per disputare almeno i play-out. Un po’ come quest’anno. Dopo aver sprecato diverse occasioni, al quinto minuto di recupero del secondo tempo il Cittadella segnò il gol dell’1-0 decisivo con Baselli, condannandoci a retrocedere in Lega Pro, dopo 12 anni tra Serie A e Serie B. Un colpo durissimo come lo è stata questa retrocessione".

Un peccato non essere riusciti a capitalizzare la vittoria in trasferta contro la Ternana?

"Non dovevi perdere contro il Cosenza. Avevi avuto la forza di andare a vincere a Terni e quella doveva esser la tua partita. Per quello dispiace. Poi certo la perdita di Pedro Mendes ha inciso tanto perché quando perdi un terminale offensivo come lui tutto diventa più difficile. Hanno provato a rimpiazzarlo con Streng e Duris ma le scommesse puoi prenderle a luglio per dare tempo di ambientarsi. A gennaio devi prendere calciatori e soprattutto attaccanti già pronti".

Avrebbe tenuto Dionisi?

"Non lo avrei fatto andar via perché alla fine quando c’era da tenere palla butti dentro uno come lui. Dionisi ti prende due punizioni e a te è mancato proprio quello nella partita contro il Cosenza quando servivano i vecchi, quelli con esperienza".

Lei conosce Ascoli e credo capisca bene l’umore dei tifosi in questi giorni...

"Ascoli è una delle poche città dove ancora si vive di calcio. Una città dove il tifoso è tifoso, dove il sociale è il calcio. Ascoli risorgerà sempre, non sarà una retrocessione a far finire la passione, anzi. Certo sarà difficile risalire in B subito perché ci sono piazze importanti che ci stanno provando da anni e non ce la fanno perché devi vincere il campionato, i playoff sono una vera lotteria. Ma noi bianconeri siamo abituati a soffrire. Contro il Pisa si sapeva che la vittoria non sarebbe bastata ma il pubblico ha cantato anche dopo il 90° e con questo spirito la rinascita è più semplice".

Le piacerebbe allenare l’Ascoli?

"Verrei di corsa. Sono stato tre anni a Latina e alla fine sono andato via per divergenze con la società ma quest’anno avevamo fatto 27 punti all’andata ed eravamo nei playoff. Nel frattempo mi è nato un secondo figlio e con la mia compagna ci siamo stabiliti a Latina, ma venire ad Ascoli sarebbe davvero come coronare un sogno".

Valerio Rosa

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