Pulcinelli torna a parlare. "Ascoli, retrocessione colpa mia. Cessione? Volevano comprare una Ferrari con i soldi di una Fiat»
Il patron ha incontrato anche i tifosi: "Confronto leale". Poi la bordata a Castori: "Noi in C per lui"
Quattro mesi dopo l’ultima occasione il patron Massimo Pulcinelli ha rotto il silenzio ed è tornato a parlare attraverso la conferenza stampa indetta ieri al Picchio Village. In questo lasso di tempo attorno all’Ascoli si sono sviluppate tante situazioni che poi hanno condotto il club a ripartire nell’attuale girone B di serie C. Il numero uno del club prima di comparire davanti ai microfoni ha incontrato una delegazione della tifoseria organizzata. "Non credo che abbiano deciso di rientrare – spiega Pulcinelli –. Con grande rispetto c’è stato un confronto leale con punti di vista differenti. È stato un primo mattone per risolvere il conflitto, ma dobbiamo ancora lavorare. Stiamo onorando tutte le scadenze e i pagamenti come sempre fatto. Proseguiamo il lavoro per arrivare ad una sana gestione. Il numero di abbonati raggiunto (2.473 ndr) è una quantità corretta rispetto allo scorso anno. Per riconquistare i tifosi che abbiamo perso dovremo dare del nostro meglio sul campo. La nostra retrocessione l’abbiamo vissuta in maniera drammatica, poi siamo dovuti subito entrare nella nuova dimensione della serie C. Quello che è accaduto la sera del 10 maggio è stata una scena vergognosa capace di umiliare l’immagine della città. Adesso siamo pronti per il nuovo campionato con la convinzione che è stato fatto un buon lavoro. Sarà il campo a parlare. C’è tanto rammarico. L’anno scorso ero convinto di farcela, ci ha condannato un solo punto".
Svanita la possibilità di raggiungere la cessione del club, l’attuale proprietà si è dovuta rimboccare le maniche per affrontare la nuova stagione e stravolgere un organico che per affrontare il campionato di serie C andava ritoccato. "Abbiamo ricostruito l’Ascoli dopo le note vicende del compratore che si è presentato al concessionario con i soldi di una Fiat per acquistare una Ferrari. L’offerta era irricevibile, ovvero si trattava di un sesto o un settimo di ciò che può valere l’Ascoli. Secondo me questa profonda volontà di comprare non c’era. Per il 90% la responsabilità della retrocessione è mia. Strada facendo di errori ne sono stati fatti tanti. De Santis e Neri avrebbero tenuto Breda, l’ex ds invece aveva già preso Viali. Ad esempio è stato acquistato un giocatore come Bogdan che tutta Terni sapeva fosse rotto e ancora ne stiamo pagando i danni. Per questo motivo ho esonerato il direttore sportivo. Ci sono tanti problemi fisici. Chi ha allenato a tutto gas ci ha portato più guai che benefici. Castori col senno di poi non l’avrei preso. Siamo retrocessi per colpa sua. Si sono rotti giocatori come Botteghin, Mendes e Caligara che ora stanno bene. Non sarà un caso. A questo si sono aggiunti i cori contro la società e tanta energia negativa".
Nonostante le vicissitudini societarie Pulcinelli ha confermato che la società resta in vendita. Lo stesso poi ha voluto toccare il discorso delle vicende legali con i soci di minoranza Maurizio e Stefano D’Alessandro, proprietari di Rabona. "Tutte le società sono in vendita – sostiene –. Se si presenterà un socio all’altezza o se c’è qualcuno che vuole il club siamo a disposizione. Al momento non c’è alcun interessamento. La proprietà risulta costituita dalla mia famiglia. Rabona è socio al 10% e il tribunale di Ancona ha detto che il nostro modo di operare è chiaro e trasparente. Ci sono state le dimissioni di De Santis. Credo sia stanco di prendere insulti anche se non me lo ha detto personalmente. Siamo troppi in questo cda dove ci sono 9 rappresentanti. Quando termineremo ne creeremo un altro più piccolo. Le decisioni importanti le prendo sempre io. Ringrazio gli imprenditori che hanno solamente anticipato le sponsorizzazioni".
Massimiliano Mariotti
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