Atalanta, pazza idea. Motta in panchina se Gasperini lasciasse
Il futuro della panchina dell’Atalanta sembra intrecciato a quello della Juventus. La premessa è che Gian Piero Gasperini ha un...

Thiago Motta e Gian Piero Gasperini hanno lavorato assieme al Genoa quando il brasiliano era uno dei calciatori del Grifone
Il futuro della panchina dell’Atalanta sembra intrecciato a quello della Juventus. La premessa è che Gian Piero Gasperini ha un contratto fino al 2026 e ha escluso un ulteriore rinnovo, ma senza parlare di addio anticipato. Lunedì, alla consegna dei premi per la Panchina d’Oro, ha ribadito: "Io sto molto bene dove sono, poi in tutte le cose c’è un inizio e una fine. L’inizio si sa, la fine no, ma adesso noi viviamo di presente". Il presente è la corsa per i primi tre posti. La permanenza o meno di Gasp dipenderà anche dal piazzamento finale, ma non solo. Decisivi saranno gli incontri con Antonio Percassi e Stephen Pagliuca, che al momento non si sono espressi.
Nel frattempo, come ogni anno, la dirigenza monitora possibili profili alternativi, tra cui (indiscrezione delle ultime ore) quel Thiago Motta appena esonerato dalla Juventus. L’idea di partenza è che la squadra resterà questa, al netto di una cessione pesante (uno tra Lookman e Ederson) e qualche aggiustamento fisiologico, ma il blocco resterà quello attuale, impostato negli anni con un certo gioco e un certo modulo. Piacciono tecnici di ispirazione “gasperiniana“, ma Italiano e Palladino sono impegnati con progetti ambiziosi a Bologna e Firenze. È libero Sarri, ma il suo gioco forse non si adatterebbe ai calciatori atalantini. E Gasperini, a sua volta, lascerebbe Bergamo solo per una grande occasione. Ci sarebbe la Roma, cui il tecnico lunedì ha ammiccato ("A chi non piacerebbe la Roma? È una grande piazza, è come la Nazionale, piace a tutti"), e ovviamente la Juventus. Da qui l’intreccio tra Bergamo e la sponda bianconera del Po: dipenderà da come andrà Tudor, dalle alternative bianconere e anche dal futuro di Motta. Tecnico che l’Atalanta ha seguito con attenzione, nelle estati 2022 e 2023, quando allenava Spezia e Bologna e veniva monitorato come eventuale sostituto se Gasperini (allora ipotesi remota) avesse detto addio alla panchina nerazzurra. Quello dell’italo-brasiliano, ex giocatore di Gasp al Genoa e all’Inter, sarebbe un profilo possibile per la successione sulla panchina nerazzurra.
A Bergamo, però, la tifoseria spera che Gasp rimanga e per convincerlo porta avanti la sottoscrizione da 15mila euro per fargli una statua. Intanto il tecnico pensa alla Fiorentina da affrontare domenica. Forse senza Retegui, che anche ieri ha svolto terapie per smaltire la lesione muscolare all’adduttore. Possibile una prima occasione da titolare per Daniel Maldini, reduce da luci e ombre con l’Italia, positivo nel finale giovedì a San Siro, opaco domenica a Dortmund. Paradossalmente il figlio d’arte ha giocato più nell’ultima settimana con l’Italia, 64, che in campionato con la Dea, appena 46. Strada in salita finora per l’ex rossonero a Bergamo, subito frenato da un problema muscolare e poi sempre subentrato in gare difficili in cui la squadra non girava (contro Bologna in Coppa Italia, Venezia e Inter in campionato). La Dea - che ha investito 14 milioni per questo talento con un potenziale ancora inespresso - nel finale di campionato spera nei suoi gol. Magari già da domenica al Franchi.
Continua a leggere tutte le notizie di sport su