Adesso fuori i gol. Cooperativa da riaprire. Da Posch a Ndoye: serve la firma di tutti
Il Bologna di Thiago aveva la sua forza nel collettivo, così come la Viola di Italiano. Tanti protagonisti dell’anno scorso mancano all’appello: Cagliari la chance giusta.

Lukasz Skorupski parla con Dan Ndoye: l’esterno svizzero deve sbloccarsi (Alive)
Vincenzo Italiano cerca la sua cooperativa del gol. Contava di averla trovata già bella e pronta a Bologna, considerato che i rossoblù proprio su questo aspetto, oltre che sulla solidità difensiva, fondarono le proprie fortune. Qualcosa però manca. Dice la storia della scorsa stagione che la Fiorentina di Italiano costruì le proprie fortune in campionato sulle reti dei trequartisti: ovvero sulle reti degli esterni (Gonzalez 12, Ikone 3, Kouamè e Sottil 2, Brekalo 1), che furono 20 in totale. Ma a queste si aggiunsero i gol dei trequartisti Bonaventura (8), Bentran (6), impiegato per buona parte del girone di ritorno sotto punta, Barak (2) e Castrovilli (1). Vanno poi considerate anche le reti dei centrocampisti (7) e soprattutto dei difensori (10), con Martinez Quarta (5) in testa. Più dei gol delle punte Nzola e Belotti, tre a testa, pesarono gli esterni e il concetto di cooperativa. Nel Bologna, ancora non è riuscito a replicare il concetto.
Al netto di un Bologna a secco in tre gare di Champions, si torna a far riferimento al solo campionato: e il miglior marcatore è la punta centrale Santiago Castro con 3 reti. Seguono Orsolini (2 reti), Iling-Junior, Odgaard, Urbanski e Fabbian con una. Nove gol segnati fin qui in 8 gare di campionato: numeri da miseria che peggiorano considerando le 3 partite di Champions e quindi le 11 gare totali. L’anomalia è che il miglior marcatore sia la punta centrale argentina, ma di certo questo a Italiano non dispiacerà.
Mancano i gol degli esterni, fin qui uno su azione di Orsolini. Che il numero 7 debba crescere sul piano realizzativo non c’è dubbio. E non c’è dubbio che il salto di qualità di Ndoye, sempre positivo, debba passare dalla voce gol. Ma mancano soprattutto le reti di centrocampisti e difensori, per completare il quadro della cooperativa attorno al quale Italiano aveva fatto ruotare la Fiorentina lo scorso anno e pure nella stagione precedente. Perché fin qui il Bologna ha avuto il 33 per cento delle reti da Castro, il 78 per cento dal reparto avanzato nel suo globale e il 22 per cento dai centrocampisti. A Firenze la distribuzione fu molto differente: il 43 per cento da parte dell’attacco, dei quali 20 su 26 dagli esterni, il 23 per cento dai trequartisti, il resto da centrocampo e difesa. Eppure, con Thiago, il Bologna era una cooperativa perfetta, dai numeri assolutamente simili a quelli della Fiorentina. Un anno fa arrivarono 32 reti dagli attaccanti (12 Zirkzee, 10 Orsolini, 4 Saelemaekers, 2 Odgaard e Ndoye, Van Hooijdonk e Castro), 16 al centrocampo (6 Ferguson, 5 Fabbian, 2 El Azzozi e Moro e 1 Freuler) e 10 dalla difesa (2 Calafiori, Beukema, Lykogiannis e De Silvestri e 1 Posch e Corazza): ovvero ebbe il 56 per cento delle reti dall’attacco, il 27 dal centrocampo e il 17 dalla difesa. Italiano aspetta Ferguson e cerca soluzioni sui calci piazzati per aumentare il fatturato: sono gli elementi necessari per far quadrare il cerchio.
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