Bologna, è un punto esclamativo. Castro e Holm zittiscono San Siro. Un pari da Champions contro l’Inter
Santi spacca subito la gara, Dumfries e Lautaro la ribaltano. Nella ripresa i rossoblù tengono testa ai nerazzurri. Il gol dello svedese premia una grande prova di squadra. Italiano sale a 30 punti, a meno 6 dal quarto posto.
dall’inviato Gianmarco Marchini
E’ un gran Bologna: punto e basta. Non c’è altro da aggiungere, vostro onore. All’alba del girone di ritorno, il tribunale supremo di San Siro emette la sua sentenza: i rossoblù se la giocheranno fino alla fine per un posto in Europa. E il 2-2 in casa dell’Inter delinea anche i confini di quale Europa: perché dopo una prestazione così completa, gonfia di calcio e personalità, ricca di cuore e cattiveria, i ragazzi di Vincenzo Italiano possono legittimamente guardare anche all’Europa alta, quella della Champions. A quota 30 punti, il quarto posto non è più un puntino lontano: il Bologna può allungare le mani sulla Lazio, sei gradini più in su, ma con una partita ancora da recuperare.
E’ tutto apertissimo, e chissà quanto sarebbe stato più bello l’orizzonte con un po’ di quei nove punti sperperati nei minuti finali delle partite con Atalanta, Genoa, Juventus, Verona, fino al rigore di Dovbyk che domenica al 98’ ha regalato il 2-2 alla Roma. Stesso risultato di ieri sera, ma dal sapore completamente diverso. A San Siro la squadra di Italiano compie un altro passo avanti nel suo percorso di formazione per diventare definitivamente una grande squadra. La direzione è quella giusta, lo certifica San Siro, anche se i gol di Dumfries e Lautaro sono peccati di un calcio in certi momenti troppo spavaldo. Su questo prato, dentro questo vulcano nerazzurro, ci si brucia facilmente se non si hanno qualità e forza: e questo Bologna sta dimostrando di averne a grandi dose. La forza di Santiago Castro, spavaldo nel faccia a faccia con Lautaro Martinez come soltanto i predestinati sanno esserlo.
Non segnava dal 10 novembre in campionato, Santi, e aveva sulle spalle il peso del rigore sbagliato con il Toro, dell’autorete fatale con il Verona e del gol segnato da Dallinga. Premesse da schiacciare un elefante, ma non Castro. Quindici minuti e subito la zampata giusta su tiro di Moro. A proposito del croato: veniva da quattro panchine di fila ed è stato uno dei migliori in campo, con un gran destro deviato miracolosamente da Sommer sul palo in apertura di gara, ma soprattutto con una prestazione convincente, centrata, a conferma di come Italiano abbia davvero il gruppo in pugno. Tutti coinvolti. Il gol di Holm è un’altra conferma, perché il terzino svedese si era davvero perso, complice un infortunio rimediato in ritiro a Valles che ne aveva complicato l’inserimento. Piano piano, il tecnico rossoblù ha recuperato anche Holm, ieri decisivo con il primo gol in maglia Bologna su assist di Orsolini. Ecco, Orso e Ndoye non sono stati quelli a cui c’eravamo abituati nei mesi scorsi.
Hanno corso tanto senza però accendersi davvero mai, con un Dominguez in panchina per tutti i novanta minuti. Anche questo un segnale di Italiano al gruppo, perché Benja era forse il cinno ’on fire’ dei rossoblù. Ma questo Bologna può prescindere da chiunque, anche se forse si fa fatica a pensare di privarsi di quei due giganti di Beukema e Freuler. Sabato, nel dubbio, con il Monza torna pure Lucumi dalla squalifica.
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