Bologna, è un signor arrivederci. Pobega illumina, Harder fa 1-1. Ma è un congedo da Champions

Altra prestazione di spessore a Lisbona: traversa di Beukema, poi il centrocampista trova il gol al 21’. Nel finale pari dello Sporting su un errore collettivo. Italiano saluta l’Europa con tante certezze in più.

di GIANMARCO MARCHINI
30 gennaio 2025
Sam Beukema abbraccia Tommaso Pobega, autore del momentaneo 1-0 (Ansa)

Sam Beukema abbraccia Tommaso Pobega, autore del momentaneo 1-0 (Ansa)

Il Bologna e l’Europa si salutano con il sorriso, come due che sanno di non consumare un addio. I rossoblù escono dalla porta della Champions a testa alta, portandosi dietro una valigia piena di certezze da riversare sul tanto che resta di questa stagione. Per settanta minuti abbondanti, la squadra che sembrava giocare per un posto ai playoff è stata quella di Vincenzo Italiano. Eggià. Alla faccia di chi pensava che allo stadio Josè Alvalade i rossoblù avrebbero portato solo le gambe, ma non la testa, perché quella era già impostata sulla vera sfida decisiva per l’Europa: quella di sabato con il Como.

Del resto, lo Sporting Lisbona si giocava la vita e il Bologna andava solo in gita, giusto? Pronostico stracciato. In campo, i ragazzi di Vincenzo Italiano fanno una signora partita dall’inizio: alti, aggressivi, convinti. Colpiscono una traversa dopo quattro minuti con Beukema che stacca imperioso sul corner di Ferguson. Il sospetto che non sia una serata fortunata si infittisce quando al 10’ capitan Ferguson chiede il cambio per un problema muscolare (risentimento alla coscia destra). Al suo posto entra Moro che si rivelerà tra i migliori in campo. Il croato batte il corner del vantaggio (21’): svetta ancora Beukema e sulla traiettoria Pobega - uomo ovunque - d’istinto ci mette la sua chioma rossa che vale l’uno a zero. Il gol premia un bel Bologna, il pari finale (77’) di Harder, che vale il pass per lo Sporting, punisce invece un errore collettivo. Troppo severo, perché fino a quel momento Ravaglia non aveva dovuto fare alcun prodigio per celebrare il suo debutto da bolognese doc in Champions, sessant’anni dopo la leggenda Bulgarelli. Fiscale, troppo, la sentenza dell’Alvalade, così come questa Champions in generale nei confronti dei rossoblù, già dai sorteggi. Scorrere la classifica finale della fase a campionato per rendersene conto: tutte e sette le avversarie del Bologna si sono qualificate, tre (il Liverpool capolista, l’Aston villa e il Lille) addirittura tra le prime otto. Il tutto da inserire nell’economia di una rivoluzione tecnica - da Thiago a Italiano - che imponeva tempo per essere digerita.

Con queste premesse, i sei punti finali raccolti sono un bottino di tutto rispetto. Anche se resta un po’ d’amaro in bocca, dopo questo bellissimo congedo di Lisbona che segue la storica vittoria col Borussia e l’altrettanto brillante pari di dicembre in casa del Benfica. Il Bologna s’è svegliato troppo tardi e la Champions è una splendida signora che non vuole aspettare nemmeno un secondo agli appuntamenti. Fino all’ultimo minuto disponibile, invece, ieri sera i rossoblù hanno voluto dimostrare di essere una squadra che vale la Champions. La prova di ieri dà grande linfa per campionato e Coppa Italia, le due strade che restano a Italiano per riportare i rossoblù in Europa. Quale Europa? Nessun limite per questo Bologna. Arrivederci, Europa.

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