Bologna, è una Champions fuorimisura. La strada per l’Europa passa dal campionato

Un mercato troppo prudente, il divario tecnico con le avversarie: rossoblù poco competitivi. Ora devono concentrarsi sulla serie A

di MASSIMO VITALI -
7 novembre 2024
Bologna, è una Champions fuorimisura. La strada per l’Europa passa dal campionato

Un mercato troppo prudente, il divario tecnico con le avversarie: rossoblù poco competitivi. Ora devono concentrarsi sulla serie A

Un solo punto e zero gol segnati in quattro partite. Va da sé che alla voce Champions, al netto della retorica sulle ‘belle sconfitte’ e sulle presunte beffe subite, fin qui ci sia ben poco di cui andar fieri. Il ko al fotofinish col Monaco dal punto di vista aritmetico non scrive la parola fine al sogno di passare il turno ed è innegabile che il Bologna non sia stato particolarmente fortunato nel sorteggio se è vero che i rossoblù fin qui hanno affrontato tre delle squadre che oggi viaggiano nelle zone di testa del gruppone Champions, ovvero Liverpool (capolista a 12 punti), Monaco e Aston Villa, e che altre due, Sporting Lisbona e Borussia Dortmund, le affronteranno da qui a gennaio. Ciononostante anche coi monegaschi martedì notte è apparso evidente il divario tecnico e atletico tra una squadra, il Bologna, che certo non è stata costruita con l’intento di fare strada nella più nobile delle competizioni continentali, e un’altra, il Monaco, che quell’obiettivo viceversa ce l’ha e lo dichiara apertamente.

Constatare come i rossoblù non siano competitivi per la Champions, al netto delle prestazioni sempre serie che la squadra di Italiano fin qui ha fornito, è la scoperta dell’acqua calda. A Casteldebole non hanno nemmeno bisogno di spiegarlo. A parlare, nei fatti, è stato il mercato di minima fatto in estate, con due pezzi da novanta (Calafiori e Zirkzee) di cui è stata monetizzata la cessione e altri due (Saelemaekers e Kristiansen) non riscattati perché ritenuti troppo esosi: tutti in ogni caso rimpiazzati da pedine che si sono rivelate seconde, terze e in qualche caso quarte scelte.

Pedine che fin qui non hanno dato quasi nulla allo scacchiere di Italiano. L’Europa, al tirar delle somme, è una dimensione, o un obiettivo, a cui punta questo club? Di sicuro non la Champions, dove il Bologna sta facendo la figura se non del turista per caso (la qualificazione di maggio fu tutto fuorché casuale) certo di quello che sgrana gli occhi di fronte alla sfolgorante bellezza dei luoghi che incontra, ben sapendo che non potrà frequentarli una seconda volta.

L’unica Europa possibile oggi, sempre che non si batta il Lille a fine mese al Dall’Ara riaccendendo così la corsa al ventiquattresimo posto, passa per il campionato e la Coppa Italia, che peraltro sono la ‘comfort zone’ storica di un club che negli ultimi sessant’anni le coppe vere le ha bazzicate solo pochissime volte e raggiungendo, nel migliore dei casi, una semifinale di Uefa venticinque anni fa col Marsiglia: eccezioni, per l’appunto.

Tutto sul campionato allora, dove però la prima Europa agguantabile (parliamo di Conference League) oggi dista 6 punti. D’accordo, il Bologna oggi ha una partita in meno ma anche un calendario che da qui al giro di boa proporrà i due viaggi in casa di Roma e Lazio più gli incroci con Inter, Fiorentina, Juventus e Milan (la famosa gara con l’asterisco).

Si comincia domenica dalla Roma, il cui allenatore, Juric, ha problemi assai più grandi di quelli con cui deve fare i conti Italiano. Ma è comunque dal campionato che oggi passa la strada più percorribile per restare aggrappati all’Europa. A meno di non volerci provare attraverso la Coppa Italia: prossimo step il Monza, il 3 dicembre al Dall’Ara. Ma saranno solo gli ottavi.

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