Bologna, l’ora di Italiano. Cerca vendetta con i Viola. Lo scontro con il passato vale un pezzo di futuro
Alle 15 il big match con vista sull’Europa: il tecnico e la Fiorentina si ritrovano
C’è una strada che porta all’Europa (la prossima) e che oggi incrocia il destino del derby dell’Appennino. Strada, crocevia, in ogni caso esame vero per chi, vale per il Bologna come per la Fiorentina, in Europa il prossimo anno vuole continuare a restare. Se il campionato finisse oggi il Bologna di Vincenzo Italiano sarebbe a ridosso della Conference League e la Fiorentina di Raffaele Palladino addirittura in Champions.
Ma i campionati finiscono a maggio e tutto può ancora succedere. Perfino che i 9 punti in classifica che oggi separano i rossoblù dai viola si annullino, per una crescita esponenziale dei primi (i segnali da settimane ci sono tutti) e un calo vistoso dei secondi (e qui invece i segnali mancano).
Oggi intanto Bologna e Fiorentina peseranno le rispettive ambizioni in quel Dall’Ara in cui l’Europa da settembre è di casa, nel formato extra-lusso di una Champions League che però fin qui a Italiano ha regalato più elogi che punti. In compenso Palladino in campionato sfreccia come un treno giapponese e oggi insegue la nona vittoria di fila che vale un posto nella storia. La storia di Italiano a Firenze sono tre stagioni che hanno portato in dote a Commisso un settimo e due ottavi posti in campionato, oltre a due finali di Conference League e una di Coppa Italia. Roba che a queste latitudini, prima dell’exploit Champions, tutti avrebbero firmato con i lucciconi agli occhi.
Ma nel calcio per fortuna si cresce, il Bologna c’è riuscito e ora che ha fatto la bocca all’Europa che conta non può prescindere dall’obiettivo di rimettere piede tra un anno almeno nell’altra Europa, quella meno nobile ma probabilmente più consona alla dimensione che il club rossoblù si sta dando. E allora che derby dell’Appennino sia, sapendo che la scorsa stagione per due volte su tre l’incrocio fu indigesto ai rossoblù. Al Bologna andò di traverso soprattutto l’eliminazione ai quarti di Coppa Italia, quando i viola al Franchi (era il 9 gennaio) furono graziati da tre legni e festeggiarono ai rigori.
"Quello era un Bologna ingiocabile – ha confessato di recente Italiano –. E mi inventai la difesa a tre per provare a contrastarli".
In realtà più della tattica quella notte poté la dea bendata: il Bologna si sarebbe poi riscattato in campionato con un 2-0 al Dall’Ara a doppia firma Orsolini-Odgaard. Orsolini oggi non ci sarà (è ancora ai box per infortunio), Odgaard invece sì e agirà alle spalle del Centravanti Unico Castro: unico perché fin qui in quattro mesi non sono state riscontrate tracce di vita sul pianeta Dallinga.
Tornare in Europa con un solo centravanti non è una missione agevole, ma l’Italiano di Firenze alle lune storte dei suoi attaccanti aveva fatto il callo, dunque le difficoltà di oggi non lo spaventano. Come verrà accolto oggi il tecnico siciliano dai duemilacinquecento tifosi viola con cui la separazione a giugno è stata freddina? E’ solo un contorno, le portate ricche del derby sono altre. Eppure sulla strada per l’Europa si gioca anche una partita degli affetti.
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