Bologna, rimontona da Europa. Parte piano, poi ribalta il Sassuolo. I rossoblù tornano al quarto posto
Ospiti due volte in vantaggio con Thorstvedt e Volpato, in mezzo l’autorete di Viti su girata di Zirkzee. Nella ripresa Motta (dalla tribuna) cambia: pari di Fabbian, siluro di Ferguson e chiusura di Saelemaekers.
E’ cambiata la musica. Il Bologna torna a vincere dopo oltre un mese, lo fa schiacciando in rimonta il Sassuolo, e sulle note di ‘Poetica’ di Cesare Cremonini. "Non è mai finita, abbracciami", le parole che sembrano vestire su misura i rossoblù di Thiago Motta, per una sera leone nel gabbiotto in tribuna, confinato lassù dal rosso di San Siro. E, davvero, non è mai finita con questo Bologna. Una settimana fa, il pari in casa Milan lo firmava Orsolini al ’90, ieri sera, invece, la rimonta si consuma in tredici minuti, dal 73’ all’86’, quando Fabbian, Ferguson e Saelemaekers rovesciano una partita che, a un certo punto, sembrava dannatamente simile a quella con il Genoa. Quella sera era stato De Silvestri a rompere il muro di Gilardino, seppur al 95’. Ma il Sassuolo non ha le certezze dei genoani - anzi in questo momento non ha certezze in senso assoluto (veniva da 6 ko nelle ultime 8 gare) - e così al pari di Fabbian, l’impalcatura davanti a Consigli si sbriciola come sabbia. Certo, l’onda del Bologna si abbatte in modo violento, con quella forza che non si vedeva da un po’ di tempo e che non si è vista nel primo tempo, quando i rossoblù si riscoprono fragili in difesa e confusi davanti. Non pagano le scelte iniziali, con le conferme di Fabbian e Urbanski sulle ali, escamotage tattico che a San Siro aveva funzionato, ma che al Dall’Ara non concede il bis, anzi. Sulle fasce è il Sassuolo a fare la gara, soprattutto a destra dove Volpato e Pedersen fanno male ogni volta che scendono. Dall’altra parte, Fabbian e Posch non si vedono mai. Così la manovra rossoblù si inceppa e tutto si complica con l’erroraccio di Skorupski che distrugge dal basso, servendo Freuler in controtempo e spalancando a Thorstvedt la porta per il vantaggio (13’). La partita si mette in salita e solo una mezza magia di Zirkzee la raddrizza (24’): mezza perché sulla girata di Joshua è decisiva la deviazione di Viti. Ma il Sassuolo non crolla, anzi: Volpato - qui scartato un paio di anni fa - si inventa un gol bellissimo (34’) che manda il Sassuolo sul 2-1 all’intervallo.
Ma non è mai finita con questo Bologna che, dopo quindici minuti (troppi?), Thiago dall’alto della tribuna ridisegna: dentro Saelemaekers e Orsolini, con quest’ultimo invocato a furor di popolo. Fabbian torna al centro del villlaggio e piazza un gol ormai alla Fabbian (73’): inserimento e stacco poderoso di testa. Fine del Sassuolo. Un gran fendente di Ferguson (83’) e la prima rete funambolica di Saelemaekers (86’) sigillano la partita e rilanciano le ambizioni europee del Bologna, che per una notte costringe l’Atalanta a stringersi un po’ al quarto posto.
Certo, i gasperiniani scendono in campo oggi con la Lazio, e toccherà aspettare il monday night della Roma per avere una classifica più realistica (prima dei recuperi). Ma la sostanza non cambia. Il Bologna è tornato e qualcuno, come Saelemaekers è finalmente arrivato all’appuntamento con le attese. Ora tocca al rientro di Ndoye e alla rivelazione di Karlsson, ieri invocato dalla curva con un gigantesco striscione proprio poco prima del 2-2. Striscione prontamente rimosso. Perché questo Bologna è il Bologna del coro. I solisti vanno bene a Sanremo.
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