Bologna, Saputo pronto a incoronare il sesto tecnico. Blitz a Casteldebole e summit con i dirigenti

Toccata e fuga del patron: è ripartito ieri. Sul tavolo Italiano e Palladino, possibili outsider il ct del Belgio Tedesco e il grande ex Pioli

di MASSIMO VITALI -
30 maggio 2024
Joey Saputo, 59 anni, aveva promesso al momento del suo insediamento, il salto di qualità nell’arco di un decennio: è stato di parola con la Champions (Schicchi)

Joey Saputo, 59 anni, aveva promesso al momento del suo insediamento, il salto di qualità nell’arco di un decennio: è stato di parola con la Champions (Schicchi)

Bologna, 30 maggio 2024 – Il dopo Thiago sarà Vincenzo Italiano? O Raffaele Palladino? E se invece fosse un mister X che in dirittura d’arrivo sbaraglierà tutti? A Casteldebole questi sono giorni di attesa e riflessione.

Lo sono anche per Joey Saputo, che dopo aver incassato giovedì il gran rifiuto di Motta prima è rientrato a Montreal per impegni personali e poi lunedì era di nuovo a Casteldebole, dove è rimasto fino a ieri quando è salito di nuovo su un volo per il Quebec.

Chiaro il senso del blitz di due giorni sotto le Due Torri: confrontarsi con gli uomini dell’area tecnica, nonché con il capo azienda Fenucci, e apparecchiare il tavolo per la scelta del nuovo allenatore. Saputo e gli allenatori: facciamo un po’ di conti. Considerato che quando a ottobre 2014 sbarcò a Casteldebole nel Bologna di Tacopina l’allenatore, scelto da Guaraldi, era Diego Lopez quello che si insedierà nei prossimi giorni sarà il settimo tecnico della gestione Saputo e il sesto scelto da Joey.

Che poi, a dirla tutta, Saputo nove anni fa scese in campo in prima persona nell’allontanamento dell’unico allenatore non scelto da lui.

Nel parcheggio del vecchio Matusa, dopo un Frosinone-Bologna 2-1, il 2 maggio 2015 Joey presiedette un vertice con i suoi dirigenti decidendo l’immediato esonero del tecnico uruguaiano. Al suo posto, qualche giorno dopo, sarebbe arrivato Delio Rossi, il primo tecnico ‘battezzato’ dal magnate canadese.

Il secondo è stato Roberto Donadoni. A seguire: Pippo Inzaghi, Sinisa Mihajlovic e Thiago Motta. Dopo la discesa in campo di Frosinone quanto ha inciso l’azionista di maggioranza nei cambi in panchina? Detto che la caratteristica di Saputo, che è figlio di una cultura sportiva nordamericana, è quella di demandare ai manager sportivi le scelte tecniche, non c’è dubbio che il peso di Joey si sia fatto sentire. Delio Rossi, con i suoi risultati negativi, di fatto si ‘esonerò’ da solo. Quando invece qualche mese dopo, nel marzo 2016, l’allora presidente della Figc Carlo Tavecchio bussò alla porta di Donadoni, che alla guida del Bologna viaggiava a vele spiegate, Saputo si mise di traverso costringendo il tecnico bergamasco a rispettare il contratto e a rinunciare alla panchina della nazionale.

Saputo è poi sceso in campo in prima persona anche nel giorno del fine corsa di Inzaghi, il 27 gennaio 2019, Bologna-Frosinone 0-4 al Dall’Ara: e qualche giorno dopo si insediò Mihajlovic, con tutto il travaglio di quella gestione che alla fine sfociò in dramma.

Motta fu una scelta felicissima, avallata da Joey, di Sartori e Di Vaio. E adesso avanti il prossimo, che potrebbe avere i connotati di Italiano se, come pare ormai acclarato, la finale di Conference League di ieri ad Atene sarà stata l’ultima sua apparizione sulla panchina viola.

Il Bologna aspetta di fare una chiacchierata ufficiale con Italiano e intanto tiene calda l’alternativa Palladino e Tedesco. Senza dimenticare i veterani Pioli e Sarri.

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