Bologna sfiora la vittoria contro la Juventus: Ndoye e Pobega protagonisti
Bologna domina per 60 minuti contro la Juventus, ma un errore finale costa il pareggio. Ndoye e Pobega brillano.
Aveva via via preso tutte le sembianze della serata perfetta. Un inizio convinto, coraggioso, di gestione. Poi le fiammate di Ndoye, il palo e la porta spaccata a metà per stappare la partita. E nella ripresa, quasi a freddo, la zampata di Pobega, a eliminare definitivamente le scorie post-Lazio, mentre lo Stadium rumoreggiava, con Motta in tribuna a osservare, tra l’attonito e il nervoso.
Ma il cerchio alla fine non si è chiuso, nemmeno stavolta: una sorta di maledizione, che il Bologna va soltanto vicino a interrompere, come accaduto ieri. E allora, anche senza l’intera posta tra le mani, è comunque giusto salvare quei 60 minuti e oltre in cui il Bologna è stato superiore, e soprattutto chi in quell’ora abbondante di gioco è stato protagonista di una metà di serata perfetta. A partire da Ndoye, al terzo centro di fila dopo i due al Venezia. Sempre più leader Dan, sempre più lucido adesso, quando a grandi falcate si avvicina alla porta avversaria.
"Sono contento di essere tornato a segnare, mi mancava, ma pareggiare così, alla fine, è stato molto frustrante. Una gioia a metà, perché il Bologna e il gruppo vengono prima di tutto, e perché prendere un gol così, a tempo ormai scaduto e con la palla tra i piedi gettata all’aria, fa male, molto. Avevamo fatto la partita perfetta, ma contro squadre del livello della Juve certi errori non te li puoi permettere e alla fine li paghi: ci resta la sensazione che i gol glieli abbiamo regalati noi. Da queste situazioni dobbiamo imparare, avremmo dovuto saper gestire il vantaggio e chiudere con la vittoria".
Rimpianti e frustrazione, sensazioni che non suonano certo strane, anche se provate in casa della Vecchia Signora, che ha tremato a lungo, prima di rimediare in parte a una sconfitta che avrebbe aperto crisi e polemiche. Motta è salvo, Italiano ha invece l’amaro in bocca, ma un jolly prezioso su cui contare in attacco.
"Il mister mi dà ampie libertà per muovermi, sia verso l’interno che sull’esterno, mentre con Thiago rimanevo più sulla linea. Mi piace come giochiamo, anche se possiamo fare meglio. E sono anche contento per il mio momento, ma voglio continuare a lavorare in allenamento e aiutare la squadra, sulla scia di queste prestazioni, segnando gol e servendo assist. Ora prendiamoci il buono da questa sfida e pensiamo alla trasferta di Lisbona mercoledì. L’esultanza sul gol? – conclude – Festeggio così per rimarcare le mie origini, sono metà svizzero e metà senegalese, e il leone è un simbolo del Senegal".
Giusto una notte di riposo e questa mattina tutti di nuovo al campo (ore 11), a Casteldebole, per preparare un’altra notte da leoni, in casa del Benfica.
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