Bologna incerottato ma determinato: sfida decisiva contro l'Atalanta
Scontro diretto per la Champions a Bergamo: Hodgaard e Holm acciaccatu, faranno di tutto per esserci

Lorenzo De Silvestri esulta con Jens Odgaard e Riccardo Orsolini (Alive)
Bologna tra cuore e cerotti: e tra le due vince il cuore. La stagione lunga e logorante, vissuta di rincorsa e secondo il mantra di Vincenzo Italiano sta presentando il conto. Si è fermato Calabria, si sono fermati Ferguson e Skorupski. Non Holm e Odgaard. O meglio: si sono fermati giovedì, ieri sono rientrati in gruppo, su richiesta. Lo svedese ha un ginocchio gonfio, il danese qualche botta eredità degli scontri con McTominay e un affaticamento muscolare: insomma, una contrattura. Nessuno, però, si è chiamato fuori e neppure ci ha pensato un attimo. Inizia il rush finale e nessuno intende lasciare l’opera a metà, con la convinzione che ci siano pagine di storia da scrivere: una nuova qualificazione in Europe, con vista sulla Coppa Italia, trofeo che il Bologna non alza dal 1974.
E allora, a Bergamo, è d’obbligo esserci, perchè sul campo di un’Atalanta in crisi passano molte delle ambizioni rossoblù per il finale di campionato e passano pure buona parte delle chance della Dea di difendere un piazzamento Champions dopo l’addio ai sogni scudetto. L’Inter sarà poi la prossima avversaria dei rossoblù, che in questo finale di stagione se la dovranno vedere pure con Juve, Milan, Fiorentina, oltre che con Udinese e Genoa. Bologna incerottato, ma intenzionato a stringere i denti. Anche questa è l’Europa: dopo la preparazione e il primo mese di campionato, tra serie A e Champions il Bologna ha giocato ogni tre giorni tra ottobre e fine gennaio. Il che significa gestire le energie, più che allenarsi e poter curare condizione e corpo. Questo significa stare ad alti livelli. E il Bologna e i suoi interpreti intendono dimostrare di volerci rimanere. E allora, a parte i tre in infermeria, gli altri si sono detti disponibili, memori di quel patto di spogliatoio siglato idealmente a gennaio, quando a mercato aperto nessuno ha voluto lasciare Bologna: neppure El Azzouzi e Moro che qualche richiesta l’avevano e ora possono tornare più utili che mai.
Ha motivazioni extra Holm, scaricato e non riscattato (per 11 milioni) dalla Dea e da Gasperini in estate e arrivato a Bologna dallo Spezia per 7,5 milioni. Le ha Odgaard, arrivato nel gennaio del 2024 a Bologna come rimpiazzo e diventato pedina cardine con Italiano nella rincorsa a Champions e Coppa Italia: un debito d’onore da onorare col sacrificio e coi cerotti in quel di Bergamo e in questo finale, dove da gestire c’è pure la pubalgia di Dallinga, che tra terapie e differenziati è stato decisivo a Empoli confermandosi uomo da Coppe, lui che era andato a segno anche nell’unica vittoria di Champions con il Borussia. De Silvestri e Fabbian scaldano i motori e sono pronti: ma Holm e Odgaard non intendono mollare, simboli di un Bologna che a intensità e bellezza abbina cuore e sacrificio.
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