Bologna, un tris per volare. Castro, Orsolini e Karlsson. Da Roma si rivede l’Europa
I rossoblù passano ancora all’Olimpico dopo lo ’spareggio’ Champions di aprile. Terza vittoria di fila, settimo posto: una sosta serena per Italiano. Juric esonerato.
Terza vittoria consecutiva in campionato, settimo posto a braccetto col Milan (ed entrambi con la sfida da recuperare), quarto gol di fila di Riccardo Orsolini e primo in maglia rossoblù di Jesper Karlsson. Le buone notizie, nella fatal Roma, per il Bologna non arrivano mai da sole. Lo scorso 22 aprile, nell’ultimo incrocio dell’Olimpico, per i giallorossi furono fatali i gol di El Azzouzi, Zirkzee e Saelemaekers. Duecentodue giorni dopo il Bologna ha confezionato un 3-2 che è parente stretto del 3-1 di aprile, cambiando però i nomi degli interpreti in zona gol: Castro, Orsolini e Karlsson.
Nel frattempo a Casteldebole è cambiato anche il manico e l’impressione è che Vincenzo Italiano stia finalmente trovando la quadra, senza dover ancora a lungo convivere col fantasma ingombrante di Thiago Motta.
In teoria non era difficile passeggiare su ciò che resta della Roma, una squadra senza capo né coda e da ieri sera perfino senza allenatore, dal momento che Ivan Juric è stato sollevato dall’incarico pochi minuti dopo il triplice fischio di Manganiello, e dunque col fondato sospetto che il fine corsa del croato fosse una decisione già presa da giorni.
In un Olimpico incendiato quasi come ai tempi di Nerone, nel frastuono dei cori della curva Sud che fin dal pre gara hanno bersagliato quasi tutti i pallidi protagonisti giallorossi, gli uomini di Italiano hanno avuto la forza di tenere sempre la testa dentro la partita, spegnendo sul nascere le isolate fiammate dei padroni di casa e rintuzzandone i reiterati tentativi di riacciuffare la partita, quando la Roma ha messo in campo la forza della disperazione e la qualità di El Shaarawy, uno dei pochi a non affondare e ad aver ricordato a tutti, con la sua doppietta, che sepolta sotto l’assurdità di due cambi di allenatore in meno di due mesi questa Roma possiede della qualità.
La migliore qualità del Bologna di Italiano, invece, è la solidità. Senza questa caratteristica in campionato non sarebbero arrivati, con quello di ieri, 9 risultati di fila. E pazienza se il palcoscenico della Champions, a livello di risultati, fin qui ha regalato quasi solo delusioni.
Il Bologna adesso s’infila nella sosta nel miglior modo possibile, se non fosse per l’infortunio di Ndoye, l’ennesimo crac di stagione, che qualche ansia la mette. Ma è l’ansia che il gruppo di Italiano ieri non ha portato sul campo mettendo la partita in discesa già al 25’, dopo una collettiva dormita della difesa giallorossa capitalizzata dal gol di rapina di Castro. Cinque minuti dopo la traversa rossoblù ha tremato sulla conclusione ravvicinata di Soulé, presagio del pari giallorosso firmato al 63’ da El Shaarawy con la complicità decisiva di Skorupski. Invece di smarrire il sangue freddo il Bologna ha però chiuso i conti prima col fulmineo contropiede di Orsolini e poi con la stilettata di Karlsson, che ha così dato un calcio al suo status di oggetto misterioso.
Mancava solo il gol di Dallinga, che peraltro era arrivato ma che giustamente è stato annullato per un tocco di mano dell’olandese. Questo Bologna fuori casa segna: 11 gol nelle ultime 5 trasferte. E quando c’è da soffrire sta in trincea: vedi De Silvestri, ieri alla centesima presenze in rossoblù. Tutti presagi di un possibile nuovo inizio.
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