Bologna, una prova di forza. Odgaard manda ko la Fiorentina. E’ un derby che profuma d’Europa

Partita dominata dopo un inizio equilibrato: nella ripresa il palo di Castro, poi il gol-vittoria del danese . Italiano si prende una rivincita con il suo passato: la Juventus di Motta, sesta, ora dista appena 3 punti. .

di GIANMARCO MARCHINI
16 dicembre 2024
Odgaard manda ko la Fiorentina. E’ un derby che profuma d’Europa

L’ormai immancabile foto di gruppo dei rossoblù davanti alla ’Bulgarelli’ (Schicchi)

Torino, Lisbona, Bologna. In tre mosse Vincenzo Italiano ha fatto scacco matto al passato. Prima ha dominato a casa di Thiago Motta, dimostrando a tutti che ’godere’ è un verbo che si può coniugare ancora al presente. Poi ha sfiorato l’impresa nel tempio del Benfica, e ieri ha completato l’opera schiacciando la Fiorentina al Dall’Ara.

Tre partite per certificare finalmente l’inizio di una nuova era che, sì, è cominciata mesi fa sotto il sole di Valles, ma che è dovuta passare attraverso tante curve e tanti problemi. Nell’esultanza rabbiosa al fischio finale della sfida contro la sua ex squadra, c’è tutta la fatica che il tecnico rossoblù ha dovuto fare per scalare le montagne di paragoni, dubbi e pregiudizi che gli si sono parate davanti il giorno in cui ha varcato la soglia di Casteldebole. Un’esultanza che ha fatto infuriare il diesse Pradè e il mondo viola, convinti che quella felicità abbia mancato di rispetto a Raffaele Palladino, assente al Dall’Ara per la morte della madre.

Un finale velenoso che apparecchia un clima infernale per la gara di ritorno al Franchi. Italiano avrà tempo per pensarci. Intanto si gode questi tre punti pesantissimi nella forma, nella sostanza, nella classifica. Quello con la Fiorentina, per lui, era un derby nel derby: più che dell’Appennino, un derby da ottomila metri, viste le premesse che accompagnavano questa partita, durissima da scalare. I viola arrivavano da otto vittorie consecutive e nei primi minuti di gara hanno legittimato la fama di rivelazione di questo campionato che li accompagnava. Gudmundsson, Colpani e Kean spargono un po’ di terrore dalle parti di Skorupski, ma niente che questo Bologna non sappia ormai gestire, forgiato anche nel fuoco di Anfield e del Da Luz. Al rientro da titolari, Ndoye e Castro ripartono forte, e il baby Dominguez, promosso ancora titolare come allo Stadium, prende le misure all’avversario.

Nella ripresa, il duo argentino sarà straripante, sostenuto anche da un Ferguson entrato all’intervallo per un nuovo infortunio di Ndoye (trauma alla caviglia). L’ingresso dello scozzese è un’onda d’urto sulla gara: la sua torre di testa manda in porta Castro che, dopo appena 15 secondi, colpisce il palo. Prove generali di colpaccio, mentre in mezzo Freuler e Pobega si confermano coppia ormai insostituibile. La Fiorentina, già in maglia bianca, finisce proprio per diventare invisibile. E al 14’ ecco l’uomo del derby. Come lo scorso febbraio, Jens Odgaard va in gol, a capitalizzare una bellissima azione con lancio di Castro e cross di Dominguez. Il Bologna avrebbe diverse chance per raddoppiare: una la dilapida Holm. Poco importa. Dietro non si passa: quinto clean sheet stagionale, a conferma di una squadra sicura di sé, strutturata. Un Bologna che si porta a meno 3 dalla Juve sesta e respira di nuovo aria d’Europa. Il bello è appena cominciato.

Continua a leggere tutte le notizie di sport su