Castro, il lottatore a caccia di gol: "Bologna, sarò il tuo grande 9"

Santi non si nasconde: "Zirkzee ha detto che sono l’uomo giusto per sostituirlo. Dallinga? Bel duello"

di MASSIMO VITALI -
31 luglio 2024
Castro, il lottatore a caccia di gol: "Bologna, sarò il tuo grande 9"

Santiago Castro quest’anno ha ereditato la maglia numero 9 di Zirkzee (Schicchi)

dall’inviato

VALLES (Bolzano)

Il verbo che più gli piace declinare (e che più ha declinato) sul campo di Valles è ‘luchar’: lottare. Santiago Castro è un lottatore nato. Ha lottato per accaparrarsi subito la maglia numero 9 che era di Zirkzeee, lotta nelle partitelle a campo ridotto (ieri, nel dubbio, doppietta sotto gli occhi di cinquecento tifosi), probabilmente lotta e sgomita anche in hotel per arrivare per primo al tavolo del buffet. E’ lo spirito di competizione che ‘Santi’ ha modellato sulle strade polverose di una piccola città dal nome pomposo, Ciudad del Libertador General Don José de San Martín, che è solo una delle tante anime di Buenos Aires.

Calcio, calci, sudore e polvere: anche così si diventa ‘cattivi’ in campo. Perché calcisticamente cattivo, anche senza le virgolette, non solo Castro lo è ma gli piace esserlo: "Vivo il calcio al mille per cento, in campo parlo tanto perché mi aiuta a entrare in clima partita e godo nel provocare l’avversario". Gli arbitri (non) prendano nota. Oggi in ritiro Castro lotta per diventare il degno erede di un centravanti monumentale, ancorché atipico, come Joshua Zirkzee, mettendosi in competizione (di nuovo) con un altro centravanti fresco di rossoblù, l’olandese Thijs Dallinga. Mettiamo subito le cose in chiaro. "Non c’è un titolare e una riserva – dice Castro parlando nella sala stampa di Valles –. C’è solo una sana competizione, che farà bene sia a noi due che a tutta la squadra. L’importante è mettersi a disposizione del gruppo, poi tra me e Thijs giocherà chi giocherà".

E’ quello che gli ha detto ‘Vincenzo’ (in conferenza stampa Castro lo chiama proprio così, col nome di battesimo: e anche questo è sinonimo di personalità non scontata in un diciannovenne) e lui cerca di tradurre i suoi insegnamenti tutti i giorni sul campo. Certo, il testimone passatogli da Zirkzee pesa.

"E’ una grande responsabilità – ammette ‘Santi’ –, ma io mi sento pronto. Cosa ci siamo detti con Joshua dopo il suo passaggio allo United? Cose che restano tra di noi, perché siamo grandi amici. Però mi ha detto che sono l’uomo giusto per venire dopo di lui". Da qui a emularne le impresa però ce ne passa. Eppure: "Sarebbe bello andare come lui in doppia cifra. Ma io adesso non penso a quanti gol mi piacerebbe fare: penso solo al primo". E pensa partita per partita. E’ uno spasso sentirlo scandire, in perfetto ordine cronologico, i primi avversari dei rossoblù in campionato.

"Alla Champions penserò quando ci sarà la prima partita – dice –. Prima in campionato dobbiamo affrontare Udinese, Napoli e Empoli. Poi verrà il tempo di pensare alla Coppa Italia". Garra, ma anche sale in zucca. E nessuna paura di raccontare le cose come stanno. La rinuncia alle Olimpiadi con l’Albiceleste, per esempio. "Non è una decisione che ho preso io. Per noi argentini la ‘Seleccion’ è tutto, ma nel momento in cui ho saputo che non sarei andato alle Olimpiadi la mia testa ha pensato solo al Bologna e a come prepararmi al meglio per questa stagione".

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