Cipriani e i due Bologna. "Solido e in crescita quello del campionato. In difficoltà in Europa”
L’ex bomber ‘Cippo’: "Mi aspettavo quei problemi che sono emersi all’inizio. Adesso, almeno in serie A, la squadra ha una classifica consona al suo valore. Il livello della Champions invece è troppo alto per una realtà così ‘giovane’"
Bologna, 9 novembre 2024 – Dopo le esperienze da allenatore nei settori giovanili di Spal e Modena si sta guardando attorno. E non è escluso un suo ritorno nelle fila gialloblù nel prossimo futuro. In estate si è preso un po’ di tempo per prendersi cura di sè, a causa di un lutto familiare e di quel maledetto ginocchio che ne tarpò le ali quando giocava a Bologna ed era una punta nel giro dell’Under 21 azzurra continua a far le bizze. "Problema superato". In attesa di una chiamata Giacomo Cipriani, classe 1980, è spettatore interessato del calcio e delle vicende rossoblù.
"Sono rimasto un tifoso e da tifoso mi sembra manchi un giocatore di cui la piazza possa innamorarsi, il talento di qualità in cui identificarsi. Persi Arnautovic prima e Zirkzee poi, ma pure Saelemaekers e Calafiori qualcosa in termini di qualità e fantasia è venuto meno".
Ma per ‘Cippo’, questo il soprannome per tutti i bolognesi che lo hanno visto crescere e giocare in maglia rossoblù, è presto per i verdetti.
Giacomo Cipriani che idea si è fatto di questo Bologna?
"L’idea che mi sono fatto è che vadano separate Europa e campionato. In serie A il Bologna sta facendo il suo, sta arrivando, ha una classifica consona, considerando che in estate ha perso giocatori importanti, allenatore e modo di giocare. Mi aspettavo potessero esserci delle difficoltà e in campionato le stai affrontando e stai crescendo. Ma la Champions ha un livello troppo alto e non aspetta e manca qualche giocatore che abbia familiarità con quel tipo di atmosfera e di partite, che le giochi con tranquillità e naturalezza".
Si è alzata l’asticella, non è cambiata la politica di una società che punta a trovare giocatori da valorizzare. E’ questo che intende?
"Ragionando da tifoso dico che dopo un salto così grande, un giocatore pronto per la Champions, soprattutto in attacco, lo avrei preso. Si vede che siamo acerbi e considerando che Castro e Dallinga sono di fatto al primo anno in Italia e in Champions sarebbe strano il contrario. Poi però ragiono da addetto ai lavori: il Bologna non aveva mai centrato negli ultimi 20 anni una competizione Europea e forse non si aspettava di iniziare dalla Champions, dove il costo medio di un attaccante di quel livello è molto elevato. Cambia tutto e forse a livello di programma societario non erano pronti per alzare i conti a quel livello. Ha fatto delle scommesse è ancora da vedere come andrà, perché tanto dalla Champions prima o poi esci, ma è il campionato che conta. Se entra in Europa la stagione diventa molto positiva e ora è lì".
Cosa sarà decisivo?
"Il percorso di crescita. E’ chiaro che se qualcuno dei nuovi non esce le cose si fanno complicate, anche perché fino a fine gennaio, con la formula della nuova Champions, giochi ogni tre giorni. E poi ci sono le nazionali. Ma un altro aspetto determinante è quello mentale e psicologico. Perché perdere non fa bene ai giocatori, all’ambiente. Vieni da una stagione in cui tutto è andato ogni oltre più rosea aspettativa. Ora sei a pochi punti dall’alta classifica, ma hai perso con squadre di livello altissimo come Liverpool, Aston Villa e Monaco e sembra che le cose non vadano, ma non è così, perché il Bologna non è stato mai preso a pallate da nessuno e anche in Europa ha sempre giocato. Bisogna separare le due cose e non è facile. Soprattutto a livello interno".
Il Bologna ha risolto di recente il problema del gol con Genoa, Cagliari e Lecce, ma non in Europa.
"La differenza di livello c’è. Hai cambiato allenatore, giocatori, non hai mai avuto Ferguson. Castro ha segnato tre reti, ma iniziano a prendergli le misure e dovrà fare un nuovo step, ma ha attitudine e indole e si sbatte moltissimo".
Dallinga?
"Deve dimostrare di avere carattere e cattiveria, per ora appare morbido. Ma pure Zirkzee faticò il primo anno. Se non esce da gennaio in avanti diventa un problema, per ora può ancora rientrare nei normali tempi di adattamento, considerando che al primo anno. Chiaro, se un tifoso si aspettava l’arrivo di un giocatore pronto e forte subito si crea un problema di vedute".
Quanto è cambiato il Bologna con Italiano?
"Moltissimo. Un anno fa avevi Zirkzee che si abbassava, creava gioco per gli inserimenti di centrocampisti ed esterni. Ora hai un gioco più verticale, con una difesa più alta e aggressiva che inizia adesso a registrarsi. E’ un gioco meno votato al possesso e al coinvolgimento dei centrocampista, che va alla ricerca degli esterni. Cambia il mondo, anche per le punte. Creiamo, ma ci manca ancora qualcosa. In campionato però abbiamo fatto passi avanti".
Pensa che il Bologna sia da Europa?
"Partiamo da un presupposto: lo scorso anno è irripetibile. Napoli e Lazio sono tornate, Milan, Inter, Juventus e Atalanta ci sono sempre e la Fiorentina è la sorpresa per ora. Ma se riesci a rimanere lì, se Castro e Dallinga crescono, ritrovi Ferguson sì: te la giochi per l’Europa anche quest’anno. E rimanere in Europa o Conference League è fondamentale per la crescita di giocatori e club. Ma serve che si ritrovi Casale: lo conosco, non può essere quello che abbiamo visto fin qui".
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