Tommaso Corazza e la gioia di papà Daniele: “Una favola splendida”

L’emozione dell’ex dirigente e papà del terzino in rete col Cesena: “Ho pianto, sono fiero di lui. Tutto quello che si è conquistato lo ha ottenuto con le proprie forze”

di MARCELLO GIORDANO -
12 agosto 2023
Tommaso Corazza, 19 anni, in campo contro il Cesena e da piccolo con il papà Daniele e il nonno Lanfranco

Tommaso Corazza, 19 anni, in campo contro il Cesena e da piccolo con il papà Daniele e il nonno Lanfranco

Bologna, 13 agosto 2023 – "Tu chiamale se vuoi emozioni. O vivere una favola". Parole e musica non di Lucio Battisti e Vasco Rossi, ma di Daniele Corazza, ex responsabile del settore giovanile del Bologna, ma soprattutto papà di Tommaso, il terzino classe 2004 che all’esordio assoluto in maglia rossoblù in una partita ufficiale ha deciso la gara. Non una gara qualsiasi, ma la sfida con il Cesena, per tutti i bolognesi il derby con la D maiuscola. Daniele ha lasciato il Bologna dopo vent’anni di collaborazione. La fine della sua storia coincide con l’inizio di quella nuova di Tommaso. Non l’unica coincidenza di questa storia.

Daniele Corazza ci racconta la serata di ieri?

"Ho vissuto una splendida favola, un’emozione incredibile. Non sono più nel Bologna, ma il Bologna scorre e scorrerà sempre nelle mie vene. E in quelle di Tommaso. Mio figlio è nato il 29 giugno del 2004, in quel periodo avevo iniziato la mia avventura nel settore giovanile del Bologna. Tommaso avrebbe iniziato la scuola calcio nel club a 5 anni facendo tutta la trafila. Vederlo esordire in prima squadra e segnare...chi l’avrebbe detto, neppure nei sogni più belli".

Reazioni?

"Ho visto l’ingresso in campo da sotto, poi sono salito in tribuna per prendere posto tra allenatori e amici. Ho fatto appena in tempo a sedermi che sono saltato dal seggiolino per il gol. Vederlo andare sotto la curva, tutti che lo applaudivano e Tommaso che baciava lo stemma: che emozione. Ma soprattutto mi sono commosso, ho pianto. Il primo pensiero è andato ai miei genitori e alla mia famiglia. E poi...".

Poi?

"Mettetevi nei nostri panni. Noi siamo tifosi del Bologna. Gli idoli di Tommaso sono stati Marazzina, Di Vaio, Ramirez e Diamanti, anche perché da piccolo, nei primi anni, giocava attaccante. Insomma, siamo bolognesi, tifosi del Bologna, cresciuti nel Bologna".

Come avete festeggiato?

"Siamo tornati a casa a piedi dopo la partita, come sempre, come tutte le volte che in questi anni siamo andati a vedere le partite. Anche perché abitiamo a 800 metri dal Dall’Ara. Quando si dice il destino.... Abbiamo cenato insieme verso mezzanotte. Oggi (ieri, ndr) festeggeremo con un pranzo in famiglia, insieme a mia moglie Susanna e a mia figlia Isabella".

Tommaso vive ancora in famiglia?

"Sì. Non ha ancora la patente e in questo periodo Bagnolini e Raimondo, fino alla partenza, lo passavano a prendere per portarlo agli allenamenti. Mercoledì e giovedì l’ho accompagnato io a Casteldebole, tornando per la prima volta al centro tecnico. Anche quella è stata una grande emozione. Poi ho proseguito per Sassuolo".

Perché Sassuolo?

"Perché dall’11 luglio lavoro per il settore giovanile neroverde. Dopo l’addio con il Bologna mi ha chiamato Francesco Palmieri ed è iniziata una nuova pagina professionale della mia vita".

Tornando a Tommaso: Motta ne ha tessuto le lodi, si è guadagnato tutto.

"Fotografia corretta. Tutto quello che si è conquistato lo ha ottenuto con le proprie forze e con meriti propri, senza favoritismi. Basti pensare che è stato l’ultimo del suo gruppo a ottenere un contratto con il Bologna. Sono fiero di lui".

Il suo gol cosa significa?

"Tante cose difficili da esprimere a parole. Anche che tante cose sono state seminate nel settore giovanile del Bologna, che è cresciuto tanto. La serata di ieri è stata indimenticabile: il suo tiro, la corsa sotto la curva, Tommaso che bacia lo stemma del Bologna, la Bulgarelli e lo stadio in piedi che applaudono e scandiscono il suo nome sono emozioni indelebili che mi porterò dietro per tutta la vita".

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