Don Vacchetti in cammino. "Quel pellegrinaggio che unì Bologna e Lazio nel nome di Mihajlovic»
"Oggi questa sfida vale la Champions, io porto nel cuore quel 6 ottobre 2019. Il giorno prima ero a Roma, monsignor Zuppi stava per diventare cardinale. La tifoseria biancoceleste mi contattò per donare la maglietta di Sinisa". .

"Oggi questa sfida vale la Champions, io porto nel cuore quel 6 ottobre 2019. Il giorno prima ero a Roma, monsignor Zuppi stava per diventare cardinale. La tifoseria biancoceleste mi contattò per donare la maglietta di Sinisa". .
"Portare mille persone in pellegrinaggio a San Luca unendo due tifoserie rivali nella preghiera per la salute di un allenatore non solo fu speciale, ma resta un evento senza precedenti. Fu un gesto di fede e un atto d’amore nei confronti di un uomo che dietro la corazza da ruvido celava un carattere dolcissimo". L’uomo in questione era Sinisa Mihajlovic e quel 6 ottobre 2019, domenica di Bologna-Lazio, uno dei registi del pellegrinaggio al Santuario in cima al colle della Guardia fu don Massimo Vacchetti.
Don Vacchetti, che ha da sempre il Bologna nel cuore e che dal 2017 guida l’Ufficio Sport della Chiesa di Bologna, diede corpo all’intuizione di due tifosi rossoblù, Damiano Matteucci e Giovanni Galvani, che già il 21 luglio avevano portato un migliaio di persone in a San Luca per invocare la guarigione di Sinisa.
Don Vacchetti, sei anni dopo c’è un Bologna-Lazio che vale un posto in Champions. "Da tifoso ne sono felice. Ma io ripenso a quel 6 ottobre 2019: anzi al giorno prima".
Racconti. "E’ il 5 ottobre e io sono a Roma, nella basilica di San Pietro, nel giorno in cui Matteo Zuppi viene creato cardinale. Sul cellulare mi arriva un messaggio di un capo della tifoseria laziale: ‘Ti aspetto alle undici e un quarto in via degli Scipioni’. Esco da San Pietro, raggiungo il luogo dell’appuntamento, una persona mi viene incontro davanti al negozio che vende gadget della Lazio. E mi dice: ‘Noi domani al pellegrinaggio non saremo presenti, ma stimiamo quello che stai facendo. Ti consegniamo una maglia, tu falla avere a Sinisa: lui sa da dove viene il regalo’".
E siamo al 6 ottobre. "Tante persone, tanto affetto e io che recito il rosario mentre saliamo lungo il portico di San Luca. Quando arriviamo nel piazzale faccio un breve discorso. Il Bologna tre giorni prima aveva compiuto centodieci anni e rivolgendomi ai tifosi della Lazio scherzosamente dico: ‘Se oggi il regalo non ce lo fate voi ce lo farà la Madonna’".
Detto e fatto. "Sì, sul 2-2 Correa al novantesimo ha calciato un rigore sulla traversa...".
Questo Bologna può riagguantare la Champions anche senza un intervento celeste? "Il quinto posto quasi certamente non basterà e non so se riusciremo ad arrivare quarti. Ma il campionato che stiamo facendo è straordinario e se il premio finale fosse l’Europa League, dopo gli anni di magra che abbiamo vissuto in passato, bisognerebbe solo baciarsi i gomiti".
Italiano vola, Motta affonda: qual è il suo stato d’animo di tifoso? "Non è cristiano godere delle disgrazie altrui. Anche perché per fortuna abbiamo di che godere con questo Bologna".
Italiano si sta rivelando un grande pilota. "Se Italiano sta ottenendo gli stessi risultati di Thiago mi viene da dire che è il livello dei calciatori a fare la differenza. Questo gruppo ha una sua solidità di fondo che rende intercambiabili i suoi interpreti".
Top e flop? "Sono rimasto sorpreso da Castro e mi aspettavo di più da Dallinga".
Come nasce la sua fede rossoblù? "Avevo sei anni è la mia prima partita allo stadio è stata Bologna-Verona 1-0, decisa da un gol di Paris".
In seguito ha fatto anche l’arbitro. "Arrivando fino all’Eccellenza, insieme con Nicola Rizzoli. In sezione l’allora presidente Mauro Felicani mi diceva: ‘Hai un posto in A che ti aspetta’. Ma è stata più forte la chiamata di Dio e ho mollato il fischietto quando sono entrato in seminario".
Qual è il Sinisa che ha conosciuto lei? "Luglio 2021, lo invito alla rassegna ‘Liberi’ a Villa Pallavicini per parlare della sua autobiografia. Mi risponde: ‘Scegli tu la data, io ci sarò’. Fu di parola: un uomo di una dolcezza unica".
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