EuroBologna, che Festival. Orsolini scatenato, Lecce travolto. Il Dall’Ara spinge i rossoblù in alto

Apre Beukema, poi Riccardo, rilanciato titolare, chiude la gara con due reti: sigillo finale di Odgaard al debutto. Ferguson e compagni sono quinti, mercoledì il recupero contro la Fiorentina per portarsi in zona Champions.

di GIANMARCO MARCHINI -
12 febbraio 2024
Orsolini scatenato, Lecce travolto. Il Dall’Ara spinge i rossoblù in alto

Orsolini scatenato, Lecce travolto. Il Dall’Ara spinge i rossoblù in alto

Se a Sanremo ha vinto la noia di Angelina Mango, al Dall’Ara è la gioia del Bologna a conquistare la giuria popolare. Da festival, la squadra di Thiago, in inedito completo scuro, quello delle grandi occasioni, appunto. Enorme, imperdibile quella che i rossoblù si stanno costruendo in questa stagione. La porta dell’Europa si è rispalancata di nuovo, dopo che qualche folata di vento, tra Udine e Cagliari, l’avevano un po’ socchiusa. Il Bologna l’ha riaperta con la forza delle idee, di quel gioco che non è venuto mai a mancare, nemmeno nei momenti di fisiologica flessione. In fondo, sta tutto qui il segreto dell’imperscrutabile Motta: nella sua capacità di trasmettere al gruppo un’identità che non si perde nemmeno quando si perde (poche volte), una consapevolezza che non cambia se a cambiare sono gli interpreti.

Così nel giorno in cui Zirkzee si prende una mezza pausa, la scena se la riprende Orsolini con una doppietta, lasciando però un pezzetto di palco anche a uno che non aveva avuto ancora manco il tempo di leggere il copione: Jens Odgaard entra e segna, chiudendo una partita mai di fatto in discussione. Eppure il Lecce veniva dalla vittoria in rimonta sulla Fiorentina, attesa mercoledì proprio al Dall’Ara per recuperare la gara rinviata causa Supercoppa. I viola ci arrivano forti di una cinquina rifilata al Frosinone ieri all’ora di pranzo, come a voler spaventare i rossoblù che di lì a poco sarebbe scesi in campo. Senza offesa, ma ci vuole ben altro per suggestionare questo Bologna che continua a esprimere un calcio bello, autorevole, a tratti quasi sfrontato.

Dopo i quattro gol rifilati in rimonta al Sassuolo, un’altra prova di forza su un Lecce che in partita ci resta cinque minuti, quelli che servono a Beukema per il suo primo gol in campionato. Sarebbe di fatto già finita lì, perché tutto il resto è a tinte rossoblù. Un treno solo passa per i salentini al 22’, ma Krstovic lo manca malamente, spingendo fuori un pallone regalato dal secondo errore di costruzione tra Freuler e Skorupski. E’ l’effetto collaterale di un calcio radicato sul fraseggio a partire dal portiere: con il Sassuolo era costato un gol, ieri giusto uno spavento. Non contempla i singoli, il credo di Thiago, ma diciamo che la qualità e la potenza di Riccardo Orsolini non guastano. Torna titolare, il numero sette, e rivendica il suo posto con una doppietta d’autore: destro velenoso e sinistro a giro. Otto reti come Zirkzee, ma meno minuti in campo e tanta più concorrenza addosso. Niente polemiche, però, da Orso, a conferma che il gruppo è sano. E’ festa totale, con il pubblico che canta per Saputo, gli chiede l’Europa e Joey che si batte la mano sul cuore, prima di scendere in campo ad abbracciare e scherzare con Thiago. Non c’è spazio per i discorsi sul futuro o sugli scontenti, tanto che persino Karlsson va sotto la Bulgarelli con il sorriso. Lo svedese non gioca dal trentuno ottobre, e quella di ieri è stata l’ottava panchina di fila (infortunio di due mesi escluso). Se arriverà il suo momento con Motta è da vedere: sicuramente il Bologna si è ritrovato, registrando anche il clean sheet che mancava da Natale. Eggià, è come se fosse di nuovo Natale.

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