Fergie chiude il cerchio. Ritrova pure la sua Scozia. Ora assalto a nuovi record
A marzo di un anno fa le ultime gare con la nazionale, poi il grave infortunio. Dopo essersi ripreso il Bologna, Lewis vuole ritargliarsi una vetrina in Europa.

A marzo di un anno fa le ultime gare con la nazionale, poi il grave infortunio. Dopo essersi ripreso il Bologna, Lewis vuole ritargliarsi una vetrina in Europa.
Ci sono telefonate che riconciliano col mondo. Specie se il proprio mondo è un rettangolo verde, la maglia blu con la croce di Sant’Andrea e il fascino inimitabile di Hampden Park. Quando Lewis Ferguson ha ricevuto nei giorni scorsi la telefonata del cittì della Scozia Steve Clarke ha capito che l’anno di sofferenze inauguratosi lo scorso aprile con la rottura del crociato anteriore del ginocchio destro stava per andare definitivamente in archivio.
La notizia di queste ore è che c’è anche il nome del centrocampista rossoblù nella lista dei convocati per la doppia sfida di playoff di Nations League che la Scozia sosterrà con la Grecia: andata giovedì 20 marzo ad Atene, ritorno domenica 23 marzo a Glasgow, nella mitica cornice di Hampden Park. Non è un fulmine a ciel sereno ma è comunque un filo prezioso che si riannoda. Quel filo si era bruscamente spezzato il 13 aprile 2024, quando Ferguson, nella sfida di campionato col Monza, aveva dovuto abbandonare il campo con la diagnosi più infausta: rottura del crociato, per l’appunto. In quel momento, con la certezza di dover saltare con la sua nazionale gli Europei alle porte e col Bologna la volata per la qualificazione alla Champions, a Lewis era crollato il mondo addosso.
Il mondo rossoblù ha ricominciato a sorridergli lo scorso 2 novembre, quando Italiano lo ha mandato in campo nei minuti finali della sfida di campionato col Lecce, trampolino di lancio verso un graduale ritorno alla normalità. Quanto alla nazionale, Lewis ha fatto la sua ultima apparizione con la Scozia esattamente un anno fa, nelle due amichevoli con Olanda e Irlanda del Nord di fine marzo 2024, salvo poi saltare a piè pari altre 11 potenziali partite.
Oggi il ‘tuttocampista’ rossoblù in nazionale maggiore è fermo a 12 presenze, ma a 25 anni si può solo incrementare il bottino. Inutile dire che la convocazione rappresenta una potente iniezione di ulteriore fiducia per un ragazzo che negli ultimi mesi, messosi alle spalle l’infortunio, sta ritrovando lo smalto migliore. E del miglior Ferguson Italiano ha bisogno come il pane nelle 10 partite di campionato che restano e che decideranno il destino europeo del Bologna, nonché nella doppia semifinale di Coppa Italia con l’Empoli, che rappresenta un’altra potenziale finestra sull’Europa. Quanto è mancato Ferguson al Bologna nei mesi passati all’Isokinetic? La risposta sta scritta nel suo fatturato sotto porta: 7 gol nella sua prima stagione, 6 nella seconda (quella interrottasi bruscamente ad aprile) e appena uno in questa, cominciata con grave ma giustificato ritardo, il rigore trasformato al Dall’Ara con la Roma nel 2-2 dello scorso 12 gennaio. Lewis oggi ha meno gol all’attivo non solo per via dei mesi passati in infermeria ma perché Italiano fin qui lo ha impiegato quasi sempre da centrocampista, affidando i compiti da trequartista a Odgaard. Meno letale sottoporta, ma sempre strategico. E adesso con la benzina del ritorno in nazionale.
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