L’applauso di Ulivieri a Italiano e al club: "Società di mutuo soccorso: tutti si aiutano"
Renzaccio a Mascarino davanti a 400 tifosi: "Vincenzo è uno sanguigno, proprio come me. Mi piace l’idea dei palloni calciati in curva"

Renzo Ulivieri alla festa di Mascarino dove si è ritrovato il club San Giorgio di Piano
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Cori, qualche sfottò immancabile alla Juventus e tantissimi applausi per gli ospiti che hanno fatto la storia rossoblù. E’ festa a Mascarino Venezzano dove il club The Good 40016 di San Giorgio dd Piano, quello per intenderci delle sciarpe "Ze Ciampion", celebrail consueto momento conviviale con oltre 400 tra soci e tifosi che hanno riempito il locale Centro Feste. Una cena a scopo benefico tra l’altro, con donazioni a favore dell’Hospice Seragnoli, dell’associazione Fratelli Tutti Odv e della giovane Giorgia, affetta da una malattia genetica. Protagonisti della serata gli ex Franco Colomba, Andrea Bergamo, Giuseppe Zinetti, ma soprattutto Renzo Ulivieri, il più applaudito e apprezzato, con l’affetto di grandi e più piccoli a stringersi attorno all’allenatore di tante battaglie.
"Mi rendo conto del rapporto speciale che c’era coi tifosi ancora oggi – racconta Renzaccio – ancor più in questi momenti. Italiano e i palloni lanciati in curva a fine partita? E’ un modo di farsi sentire vicino a chi viene allo stadio, ognuno ha i suoi. Mi fa felice vedere che tutti mi vogliono ancora così bene". L’ex allenatore dei rossoblù poi continua parlando del suo Bologna e di quello attuale, di come la differenza più grande la faccia un calcio radicalmente cambiato.
"La società ha progetto lungo, fatto dal direttore sportivo, messo in atto dall’allenatore dell’anno scorso e dall’allenatore di quest’anno, che per forza di cose, cambiando giocatori, ha dovuto variare anche il sistema di gioco. Stiamo vedendo i risultati. Oggi si gioca un altro calcio. Non che il nostro fosse migliore ma c’è un’altra aggressività, ritmi differenti, pressing. Questo sport è andato avanti, c’è poco da fare. Era un bel Bologna anche allora, ma credo che il calcio si evolverà ancora".
Eppure un filo rosso che unisce quelle due squadre e l’approccio di Italiano a quello di Ulivieri c’è e lo stesso allenatore lo ammette. "Il fatto che Italiano sia un sanguigno, questo sì lo rende simile a me. Mi garba vedere il Bologna di oggi, proprio perché rivedo qualcosa di mio negli atteggiamenti. Poi nei concetti di gioco è chiaro che sono concetti superiori, sono andati avanti".
E proprio guardando avanti, domenica al Dall’Ara arriverà la Lazio, una partita che rappresenta la prima di 10 finali per la corsa europea. Ulivieri però è più cauto e preferisce analizzare il tutto in maniera più ampia. "E’ una dei tanti match point da qui alla fine, la Lazio è una bella squadra, ha un grande allenatore, non sarà una partita facile. Bisognerà vedere come avrà recuperato. Sono sempre un cliente difficile".
Una chiosa finale poi sul segreto di questo Bologna, arrivato nuovamente a giocarsi un posto in Europa. "La società, l’allenatore, i giocatori, i tifosi, come sempre. La penso come una Sms, una società di mutuo soccorso, in cui tutti si aiutano tra di loro, non c’è soltanto un singolo a fare la differenza. Ci sono grandi qualità nel gruppo".
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