Ferguson "Il Bologna può stupire ancora"
Parla il capitano: "Spero di rientrare per fine ottobre, non vedo l’ora di giocare la Champions. Thiago? Non sono stupito, lui è super"
Coming soon. Come si dice per i film più attesi. Il Bologna sta per andare nelle migliori sale d’Europa, ma senza la sua star. Lewis Ferguson ha passato l’estate a lavorare, lontano dai riflettori, per recuperare dal grave infortunio dello scorso aprile.
Lewis, partiamo dalla domanda più importante: come sta?
"Sto bene. Sono trascorsi quattro mesi dall’intervento, ho ricominciato ad allenarmi fuori sul campo. Ogni giorno che passa mi sento più forte. Fortunatamente non manca molto".
Quantifichiamo questo "non manca molto". Ci sono speranze per il debutto in Champions?
"Per la prima gara? No, è impossibile. Spero di essere pronto in un paio di mesi, a fine ottobre. Ma vedremo come vanno le cose, come rispondo agli allenamenti".
Quanto si soffre a dover restare fuori a guardare?
"Ho passato un’estate complicata. E’ stata durissima saltare gli Europei, ci tenevo tantissimo. Poi vedere la mia Scozia in difficoltà e non poter fare nulla… è stato davvero frustante".
I tifosi del Bologna invocano il suo ritorno ogni giorno, sotto ogni suo post.
"Quando perdi una partita, è normale che i fan pensino a chi non c’è. Ma io non voglio affrettare il mio rientro. Tornerò quando sarò realmente pronto: spero il più presto possibile per poter aiutare la mia squadra".
Che di aiuto sembra averne bisogno…
"Io non sono preoccupato per questo avvio di campionato. Anche l’anno scorso siamo partiti così: un pareggio e una sconfitta, avevamo un punto, eravamo nella stessa situazione".
La differenza la fanno le prestazioni.
"Penso che con l’Udinese abbiamo giocato bene, creato tantissimo: in un’altra giornata avremmo segnato tre o quattro gol. La prestazione c’è stata. Quella di Napoli, purtroppo, non è stata la nostra miglior gara, non abbiamo giocato al livello che sappiamo. Ma è normale: sono sicuro che già con l’Empoli i miei compagni si riscatteranno".
Senza Calafiori e Zirkzee questo Bologna si è indebolito?
"E’ normale che quando si fa una grande stagione, qualcuno possa ricevere un’offerta e andare via: è successo a Riccardo e a Joshua, è il calcio. Loro sono sicuramente dei grandi giocatori, sono stati molto importanti per noi e auguriamo loro di fare bene. Ma sono convinto che abbiamo un buon gruppo e possiamo fare ancora grandi cose".
Alla fine della scorsa stagione lei disse: "Ora dobbiamo migliorarci". Crede sia davvero possibile fare meglio?
"Sì. Perché prima dell’anno scorso nessuno pensava che avremmo giocato così, che saremmo arrivati in Champions. Ma niente è impossibile. Quando arrivi così in alto, è importante non fermarsi: anzi, bisogna lavorare ancora più duramente".
Cos’è cambiato da Motta a Italiano?
"Per me è difficile giudicare le differenze perché non mi alleno ancora con la squadra. Da fuori, posso sicuramente dire che hanno la stessa mentalità, la stessa intensità, cercano un calcio propositivo".
La prima volta che vi siete conosciuti, cosa le ha detto Italiano?
"E’ successo quest’estate: gli altri erano in vacanza, io qui a lavorare. Il giorno che il mister ha firmato il contratto, ci siamo visti e mi ha chiesto subito come stavo, raccontandomi che lui ha avuto lo stesso infortunio quando giocava".
E’ sorpreso dall’avvio super di Thiago con la Juventus? Vi siete più sentiti?
"No, non sono per nulla sorpreso: lui è un tecnico fantastico. Abbiamo vissuto due anni incredibili assieme, mi ha aiutato tanto come giocatore, ci ha fatto crescere come team. Da quando è andato via, mi ha scritto alcuni messaggi per sapere come stavo. Io ho augurato buon lavoro a lui e al suo staff".
Che augurio si fa, invece, per il sorteggio Champions di oggi?
"Sarebbe bello magari incontrare il Celtic, tornare in Scozia. Ci sono tanti grandi club da sfidare, ma è ovvio che nessuno è come il Real Madrid. Sono eccitato, non vedo l’ora di scoprire i nostri avversari".
Nei giorni scorsi Dybala ha rifiutato un’offerta dall’Arabia perché la fidanzata voleva restare a Roma. Cosa ne pensa?
"Il calcio non è solo una questione di soldi: è una questione di famiglia, di qualità della vita in generale. Quando tu e la tua famiglia siete felici fuori, poi in campo questa felicità si riflette".
E lei è felice qui a Bologna?
"Certo che lo sono e anche mia moglie Lauren lo è".
Che tipo di papà è con la piccola Lake?
"Cerco di essere un papà autoritario, ma è difficile: quando la vedi così piccolina. Non ha nemmeno due anni, ma ha una personalità incredibile, è pazza, ormai è lei il capo in casa. Credo che a breve non sarò più io a comandare".
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