I cinque motivi per credere al grande sogno

Lavorando a testa bassa, Italiano ha convinto tutti. I nuovi acquisti sono sbocciati, la società è forte. Infine, 30mila entusiasti e il sogno Coppa Italia.

di GIANMARCO MARCHINI
18 marzo 2025
Lavorando a testa bassa, Italiano ha convinto tutti. I nuovi acquisti sono sbocciati, la società è forte. Infine, 30mila entusiasti e il sogno Coppa Italia.

Lavorando a testa bassa, Italiano ha convinto tutti. I nuovi acquisti sono sbocciati, la società è forte. Infine, 30mila entusiasti e il sogno Coppa Italia.

Nel dubbio, ritirate fuori la valigia e aprite tutti i cassetti. Questo Bologna è troppo grande per restare confinato dentro un sogno. Cinquantatrè punti in campionato e quarto posto solitario che profuma di Champions. I rossoblù l’hanno rifatto ancora. Forse persino meglio di un anno fa, quando, guidati da Thiago, sconvolgevano la serie A con l’effetto sorpresa. Vabbè, ma ti pare che si possono ripetere? Adesso ci pare, eccome se ci pare. Sono (almeno) cinque i motivi per crederci. Uno per ogni gol con cui il Bologna domenica ha spettinato la Lazio.

Il fattore Italiano. Dategli un punto d’appoggio e vi risolleverà l’umore. Vincenzo Italiano ha preso una panchina abitata dal fantasma di Motta: in pochissimi avrebbero accettato di misurarsi con l’Impossibile, dopo una storica qualificazione in Champions; quasi nessuno l’avrebbe fatto con il sorriso che aveva il nuovo tecnico rossoblù alla sua presentazione. Era l’alba di una nuova stagione, densa di nuvoloni e dubbi. Italiano ha ereditato un Bologna senza più Zirkzee, Calafiori, Saelemakers, e con un Ferguson ai box. Mai una lamentela, mai un alibi: solo lavoro, tanto lavoro. Ha conquistato tutti i giocatori, li ha convinti che potevano fare addirittura di più. E stanno tutti facendo di più, come certificano i numeri: i gol pullulano, la difesa tiene, la squadra gioca che è una favola.

È sbocciata la rosa. Italiano ha navigato in una tempesta di problemi e aspettative: i nuovi acquisti che non ingranavano, gli infortuni che complicavano il lavoro e una Champions. Nelle difficoltà, il Bologna ha costruito la sua armatura, mentre piano piano tutti i pezzetti tornavano al loro posto. Cambiaghi è stato il vero acquisto di gennaio, Dominguez la rivelazione assoluta. Pobega è decollato dopo un inizio choc e Ferguson è tornato il braveheart di un anno fa. Se per caso esplode anche Dallinga, c’è da divertirsi in questo finale. Intanto con il Venezia, al rientro dalla sosta, l’olandese avrà una chance, visto che Castro sarà squalifcato. Ma per la grande volata, Italiano potrà contare su tutte le sue frecce.

L’entusiasmo. I trentamila cuori di domenica confermano come tra questo Bologna e la sua gente ci sia un’alchimia pazzesca, forse unica nel genere. Una spinta dal basso che l’anno scorso è stata decisiva per conquistare la Champions. Non a caso, il Dall’Ara è diventato qualcosa di simile a una fortezza inespugnabile.

La società. Il Bologna forte e solido che oggi guarda tutti dall’alto è figlio di una società forte e solida. "Grazie per il vostro supporto che mi spinge a dare sempre il massimo. Forza Bologna!", ha scritto ieri Joey Saputo dai canali social del club. Il patron ha conquistato la città senza strilli o proclami, ma con il silenzio dei fatti. Sotto di lui, una piramide che in Fenucci, Sartori e Di Vaio ha trovato l’equilibrio giusto con cui costruire un modello Bologna.

Il vento in Coppa. Dopo ventisei anni, i rossoblù hanno conquistato la semifinale di Coppa Italia, battendo l’Atalanta a casa sua. L’1 aprile, il primo atto sul campo dell’Empoli, il ritorno il 23 al Dall’Ara. Tutte le strade del sogno portano a Roma. Nel dubbio, tenetevi liberi per il 14 maggio.

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