Il Bologna ora alza il volume. Orso-gol e secondo successo di fila. Il Dall’Ara si riaccende per l’Europa
Lecce battuto a fatica: decide a 5’ dalla fine la terza rete consecutiva del numero 7, si rivede Ferguson. La classifica si fa più interessante con la prima vittoria casalinga della stagione. Martedì c’è il Monaco.
Il Bologna ha saputo tirarsi su proprio quando il peso della stagione era diventato enorme. C’erano tre partite da vincere assolutamente: su due, Vincenzo Italiano ha già messo la spunta verde, che ridà senso e colore a un campionato che affogava nel grigiore di tanti, troppi pareggi.
Il successo contro il Lecce serviva per provare che quello di Cagliari non era stato un caso. La sfida di martedì al Monaco dovrà, invece, dimostrare che in Champions il Bologna non c’è finito per caso.
Come in Sardegna, la decide ancora una volta Riccardo Orsolini, uno che sembra condannato a vivere ogni gara come se fosse la sua ultima spiaggia. Deve sempre dimostrare qualcosa più degli altri, lui: poi chissà perché. Undici gol nell’anno del decollo con Thiago, dieci nella passata stagione, quello dell’atterraggio in Champions; e ora già quattro reti in questo campionato di cui si fatica a capire quale possa essere la destinazione finale. Di certo, ovunque potrà arrivare il Bologna, ci arriverà con Orso. Perché lui c’è sempre alla fine, ma soprattutto a cinque minuti dalla fine di una gara stramba, spigolosa, che a un certo punto i rossoblù temevano di non riuscire più a vincere, visto anche l’errore di Freuler in chiusura di primo tempo. E invece: cross di Miranda e incornata vincente del numero sette. L’esultanza è intrisa un po’ di rabbia: il dito portato all’orecchio, poi il segno del sorriso fatto con le mani e infine i pollicioni capovolti all’indietro a indicare il suo nome sulle spalle. Tutta l’adrenalina e la tensione per una gara che pesava in modo gigantesco nell’economia di questa stagione. E straripante è anche l’esultanza che Italiano si concede sotto la Bulgarelli. Salta, aizza la folla con i pugni chiusi, il tecnico rossoblù che dalla partita con il Lecce sapeva di dover spremere un solo risultato. E quello è stato. Secondo successo consecutivo, ma soprattutto il primo al Dall’Ara dopo una vita. Già ,perché quella di ieri è una vittoria che parte da lontano, troppo lontano. Sette mesi di attesa: dalla Salernitana ai salentini. Allora come ieri, sempre con la firma di Orso. Ma allora come ieri, di nuovo con Lewis Ferguson in campo. Buttato nella mischia al 37’ della ripresa, quando il Bologna sembrava finito dentro un vortice, una pizzica confusa, con il Lecce furbamente tutto contratto a chiudere ogni fessura sulla porta di Falcone. I rossoblù quella porta l’hanno scardinata con la forza della qualità, in primis quella di Ferguson, appunto. Il suo ingresso in campo a 203 giorni dall’infortunio viene accolto dai ventiseimila del Dall’Ara come un’epifania. E, infatti, manco a dirlo, l’azione del gol vede l’alba dai suoi piedi. Lewis lavora un pallone geniale per Ndoye che riesce ad appoggiare a Miranda: lo spagnolo produce il centesimo cross bello della sua convincente gara e Orso fa il resto.
Ieri può essere definitivamente sbocciato il Bologna di Italiano, perché certe gare le porti a casa solo se sei squadra vera. Il Monaco martedì sarà un avversario severissimo. Ma i rossoblù hanno dimostrato di avere ancora molto da dire in questa stagione. Con un Ferguson in più, poi figuriamoci.
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