Il Bologna secondo Serena: “Zirkzee si risparmi un po’ e segnerà subito più reti”

"Corre troppo, così è meno lucido in area. Alla sua età si può allenare la propensione al gol. Ferguson ha delle qualità eccezionali. Al resto ci pensano Thiago e Sartori: sono bravi".

di MASSIMO VITALI -
16 ottobre 2023
Joshua Zirkzee piace anche ad Aldo Serena

Joshua Zirkzee piace anche ad Aldo Serena

Bologna, 16 ottobre 2023 – Aldo Serena, si fa un gran (bel) parlare del Bologna di Motta.

"E a giusta ragione. Prendete la partita con l’Inter: solo una squadra con dei valori morali, oltre che tecnici, sotto di due gol dopo un quarto d’ora a San Siro sarebbe riuscita a non naufragare, a rimanere in partita, a rimontare e addirittura a provare a vincerla".

Qual è il segreto?

"Mi sembra che nel gruppo di Motta la distanza tra i gregari e i leader sia minima: tutti corrono per il compagno, tutti si compattano nei momenti in cui devi subire e tutti ripartono insieme quando c’è la possibilità di affondare. Quindi, lo ripeto: il valore tecnico della squadra non è in discussione, ma c’è un mutuo soccorso in campo che anche da fuori salta agli occhi".

Quel Motta lì è davvero bravo: non a caso se ne sono accorte da tempo anche le grandi.

"Allenare una grande non è come allenare una squadra di metà classifica. Thiago ha fatto bene a La Spezia e sta facendo un gran bel percorso a Bologna. Di lui mi colpisce anche la capacità di analizzare a caldo le partite e il suo autocontrollo: sono doti importanti se vuoi allenare una big".

Chissà che un passo verso le big non abbia cominciato a farlo il Bologna di Saputo.

"Quando un anno fa è arrivato Sartori mi sono detto: tempo tre anni e si vedrà la sua mano. Magari riesce perfino a bruciare i tempi, ma la sua storia dice che con il Chievo e con l’Atalanta ha sempre saputo trovare soluzioni vantaggiose con oculatezza. E’ il percorso che oggi in serie A devono fare anche i grandi club se vogliono trovare una sostenibilità finanziaria".

Da bomber ad aspirante bomber: quanto la intriga Zirkzee?

"Si spende tanto per i compagni, gioca un’infinità di palloni, rientra in difesa, in campo lo vedi dappertutto. Gli manca lo strappo, ma ha il moto perpetuo. Arrivo a dire: fin troppo. Quando corri così tanto spesso davanti alla porta non arrivi lucido: anche se il gol all’Inter è stato davvero bello. Però ammetto che quando lo vedo giocare a volte mi chiedo: ma il gol come e quando lo fa giocando in questo modo?".

Si può allenare la fame da bomber?

"Alla sua età sì. Ricordo un Roma-Inter dell’82, io avevo ventuno anni, ero entrato nell’ultimo quarto d’ora e avevo sfiorato il gol del pari. Uscendo dal campo, dopo la sconfitta (2-3, ndr), ero demoralizzato e mi si avvicinò Falcao. Mi disse: ‘Tu sei bravo ma hai le gambe un po’ lente, come le mie, e allora devi essere sempre in movimento, intuire dove va il pallone e anticiparlo’. Quel suo consiglio mi colpì molto e in allenamento cominciai a lavorare su quel dettaglio, che poi in carriera mi ha aiutato parecchio".

Chi altri l’ha colpita di questo Bologna?

"Ferguson: ecco un’altra grande intuizione di Sartori. E’ un giocatore universale, che sa fare alla grande sia la fase offensiva che quella difensiva. In giro, con quella qualità, se ne trovano pochi".

Lo scudetto chi lo vince?

"Milan e Inter sono le più attrezzate. Occhio però alla Juve, che ha il vantaggio di non fare le coppe anche se finisce sempre in mezzo a situazioni complicate. Quanto al Napoli, non ha gestito bene i casi Osimhen e Kvaratskhelia. Cederli o tenerli adeguandogli il contratto? Alla fine si è deciso di tenerli, ma forse di fronte ad offerte mostruose sarebbe stato meglio lasciarli partire".

Lei e il Dall’Ara.

"Facile: doppietta e due assist nel 6-0 con l’Inter, contro il Bologna di Maifredi. Per me fu un trionfo".

Cavalli, asini, lepri e tassi: è il suo nuovo mondo?

"Nuovo no, perché sono tornato a vivere a Montebelluna una decina d’anni fa: diciamo che nel tempo mi sono costruito un’isola ecologica. Ho cominciato vent’anni fa piantando duemilacinquecento alberi e oggi vivo in sintonia con la natura. Ho anche scritto un libro, ‘I miei colpi di testa’ (edito da Baldini Castoldi, ndr). Forse il titolo non è originalissimo, ma è un’autobiografia diversa dalle solite. E tutto il ricavato andrà all’Istituto Tumori di Milano".

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